di Daniela Sironi, responsabile regionale Comunità di Sant’Egidio
La guerra in Ucraina è stata uno shock per tutti, proprio mentre sembrava vicina la ripresa dall’altro shock globale, quello della pandemia di COVID. Non ci aspettavamo una guerra nel cuore dell’Europa, come non se l’aspettavano gli Ucraini: folle di mamme, nonne e bambini in fuga
hanno lasciato nei nostri occhi immagini indelebili. La reazione più
bella è stata la solidarietà: dal Piemonte, appena lanciato l’appello all’accoglienza dei profughi tramite mail e social, abbiamo ricevuto numerose risposte di disponibilità; nel giro di due mesi oltre 170
famiglie hanno offerto presso le proprie abitazioni circa 330 posti di
accoglienza. Altri hanno offerto aiuti logistici: trasporti, cibo, mediazione linguistica, ogni forma di volontariato. Molti anche aiuti economici.
Abbiamo compreso come la potenzialità di aiuto fosse grande, e le nostre Comunità di Sant’Egidio in Ucraina e nei paesi di confine (Polonia, Cechia e Ungheria in particolare) hanno potuto contare sulla nostra disponibilità, inviandoci quelle famiglie che ne avevano più bisogno e ,tra loro, anche chi aveva bisogno di cure mediche salvavita urgenti e continue, come i dializzati, i cardiopatici gravi, i malati oncologici che non potevano più contare sugli ospedali ucraini. Alla “chiamata” per un sostegno immediato hanno risposto anche importanti fondazioni bancarie che abbiamo interpellato: in particolare Santander Consumer bank, con la consociata Timfin, la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT di Torino».
L’articolo integrale sul nostro settimanale, in edicola da venerdì 13 gennaio 2023 e disponibile anche online, in tutte le edizioni