Un solo educatore per i 173 detenuti del carcere di Novara, a fronte di una pianta organica che ne prevedrebbe tre. È una delle poche criticità riscontrate dalle delegazioni dell’associazione nazionale “Nessuno tocchi Caino” e della locale Camera penale durante una visita in via Sforzesca.
Da qui l’appello: «servono educatori, figure fondamentali in un carcere». La pena deve puntare alla rieducazione ed è importante che coloro «che se ne occupano siano in numero adeguato». Tra l’altro, in questi giorni, «il solo educatore è assente per Covid. Anche fossero a regime, tre non sarebbero sufficienti per svolgere un lavoro utile ed efficace con 173 detenuti».
Le due delegazioni hanno incontrato la direttrice della casa circondariale, Rosalia Marino (alla guida anche di altre due carceri piemontesi),
il comandante della Polizia penitenziaria, Renato Ruffo, la direttrice sanitaria e una trentina di carcerati dell’area di media sicurezza. «Non
abbiamo potuto accedere – spiega la presidente di “Nessuno tocchi Caino”, Rita Bernardini – alla sezione del 41 bis, dove si applica il regime di isolamento e dove sono sospesi i benefici».
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