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Quando il nuovo anno iniziava il giorno di Natale

*di don Paolo Milani, direttore dell’Archivio diocesano 

Il computo e la sistematizzazione dello scorrere del tempo è materia antica ed affascinante. Fin dalle epoche più remote gli uomini hanno cercato di trovare un senso al trascorrere del tempo, intersecando gli elementi di riferimento naturali (l’alternanza del giorno e della notte, il passare delle stagioni, gli apparenti movimenti del sole e quelli della luna e degli altri astri) con elementi di tipo più culturale (come le festività religiose o le ricorrenze di tipo civile e politico). Il calcolo dei calendari avviene attraverso l’indispensabile ricerca di tipo astronomico, una scienza già coltivata – sia pure in commistione con l’astrologia (le due si sarebbero separate solo nel XVII secolo) – fin da millenni prima della nostra era. Il nostro attuale sistema calendariale ha trovato la sua sistemazione attraverso alcune fondamentali variazioni avvenute nei secoli.

La base è costituita dal calendario “giuliano”, elaborato dall’astronomo Sosigene di Alessandria e introdotto da Giulio Cesare nel 47 a. C. in qualità di pontefice massimo (la carica religiosa fa cogliere perfettamente lo stretto legame tra calendario e culto). Le imperfezioni del sistema costrinsero ad una revisione, operata dagli astronomi pontifici, sotto papa Gregorio XIII, che il 24 febbraio 1582 approvò il calendario, detto per l’appunto “gregoriano”, tutt’ora in uso.

La riforma comportò la cancellazione dei giorni 5-14 ottobre 1582, passando da giovedì 4 a venerdì 15 ottobre. Mentre i paesi cattolici accolsero in tempi brevi questo cambiamento, i paesi protestanti tardarono più di un secolo (i paesi luterani nel 1700, gli anglicani nel 1752), gli stati ortodossi furono i più restii ad accettare (la Russia solo nel 1918, Serbia e Romania nel 1919, la Grecia nel 1923).

Questo aiuta a cogliere, non solo le difficoltà inerenti alle suddivisioni di tipo confessionale, ma anche l’alto livello scientifico raggiunto dalla Specola Vaticana. Un’altra questione è invece la fissazione dell’inizio dell’anno; contrariamente a quanto si possa comunemente ritenere tale data non ha nulla di “naturale”, è una mera convenzione umana che ha più volte conosciuto dei cambiamenti.


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