Zuccaro, lutto per la morte di Polinnia Crevola Marcodini

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Grande cordoglio a Zuccarro per la scomparsa di Polinnia Crevola Marcodini. Nata a Orsanvenzo di Valduggia il 14 marzo 1924 si è Sposata nel 1949 con Mario Marcodini e da allora residente a Zuccaro, ha sempre lavorato come sarta dedicandosi con amore alla famiglia. Ha custodito con cura la Chiesa parrocchiale per oltre cinquant’anni, testimoniando la sua grande fede. Ha sempre sostenuto con passione e zelo l’Asilo infantile del paese. Affezionata a Zuccaro e alle sue tradizioni, in ogni occasione partecipe impegnata alle iniziative comunitarie.

Toccante il pensiero della nipote, Erica Marcodini letto durante le esequie: “Nonna, riguardo continuamente le nostre foto che ci hanno scattato il giorno del mio matrimonio: ti vedo sorridente, felice, raggiante ed è proprio così che vorrei ricordarti e immaginarti oggi, splendente nonostante il peso dei tuoi anni e le fatiche che hai dovuto sopportare, e che hai affrontato sempre con grande forza, determinazione, lucidità, umiltà e tanta tanta grandissima fede. Quella stessa fede che è sempre stata la tua roccia salda durante tutta la vita. Sei volata in cielo il giorno dell’Immacolata e mi piace pensare che Maria, la nostra mamma celeste, ti abbia proprio chiamata e fortemente voluta con sé. È difficile sopportare il pensiero di lasciarti andare, di venire su a Zuccaro e sapere che non ti troveremo sulla tua poltrona accanto alla stufa. Mi aggrappo ai tanti dolcissimi ricordi che ho di te e con te, come le nostre vacanze a Zuccaro quando io e mio fratello eravamo piccoli: le mattine in cui ci coinvolgevi a preparare gli gnocchi e quando soddisfatti ci sedevamo a tavola a mangiare dicevi sempre che non eri una brava cuoca, mentre invece erano buonissimi… e sapevano di amore. E poi la gita al Lago Maggiore e alla statua di San Carlo. Le partite a carte e a tombola, quando eri quasi contenta di perdere perché così vincevamo noi.

Tutte le volte che quando dovevamo andare via ci accompagnavi fino alla porta e ci salutavi finché ci vedevamo dalla strada, raccomandandoci di chiamarti non appena fossimo arrivati bene dal viaggio. Il non trovarti mai a casa perché eri sempre in movimento: tra l’orto, la chiesa, l’asilo… quanta cura e dedizione per il tuo amato paese Zuccaro, quanta attenzione verso tutti, sempre con grande generosità e sensibilità. Ho sempre pensato fosse impossibile trovare una persona più buona di te. Ricordo le vacanze di Natale, che da quest’anno non sarà mai più lo stesso… Fin quando te la sei sentita venivi a passare qualche giorno con noi a Torino: aspettavamo con trepidazione di sentirti arrivare a casa e quando suonavi il campanello ti saltavo addosso dalla felicità e ti stritolavo in un abbraccio di incontenibile gioia di averti con noi. E papà si raccomandava sempre: “Fai piano!”. Ecco, lì per me iniziava il Natale. E non vedevo l’ora che il tempo scorresse lento per godermi ogni attimo della tua presenza… come quando mi sedevo accanto a te mentre leggevi Famiglia Cristiana o Il Monterosa e facevi le parole crociate, o mentre ti guardavo che cucivi e ricamavi, o quando mi accoccolavo con te sul divano a guardare il gioco su Rai1, o quando mi hai accompagnata a cercare il mio vestito da sposa, e quando abbiamo passeggiato per Torino con mamma e siamo andate a scaldarci con una cioccolata calda da Fiorio in via Po. Con te ho imparato a fare le iniezioni, perché nessun altro si prestava, mentre tu… tu sì, ti fidavi. Grazie, per quanti insegnamenti e quanto amore hai saputo donare a tutti e specialmente alla tua famiglia, e a noi, i tuoi amati nipoti e pronipoti… le undici rose bianche. Sono felice di essere riuscita a gioire con te per il futuro arrivo del tuo settimo pronipote, a cui sicuramente racconterò tutto questo e molto di più. Mi sembra di poterti ancora stringere in quei nostri abbracci ed è ciò che spero ti arrivi proprio oggi: l’abbraccio forte di tutta la tua famiglia e delle tante persone che ti hanno amata, un abbraccio che ti accompagna in questo nuovo cammino di Vita nel Signore, per sempre insieme al nonno Mario. Ciao granda”.