Si arriverà poi con un percorso in salita all’approvazione di una legge, la 772 del 15 dicembre 1972 (sono 50 anni in questi giorni) che riconosce il diritto all’obiezione di coscienza per “motivi morali, religiosi e filosofici”, istituendo il servizio civile sostitutivo. Oggi il servizio militare non è più obbligatorio, anche se è stato solo ‘sospeso’.
C’è chi torna a riproporre, come il Presidente del Senato La Russa, la mini-naja di 40 giorni. Una proposta incommentabile. Che meriterebbe una lunga riflessione su come la cultura militare entra sempre più anche nelle scuole. Sul tema dell’obiezione di coscienza è intervenuto, oltre al card. Zuppi ad un convegno Caritas sui 50 anni della legge, anche il Vescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi: “In un passaggio chiave del loro appello, pubblicato all’indomani della ‘mobilitazione parziale’ lanciata da Putin, i vescovi cattolici russi richiamano il diritto all’obiezione di coscienza, il luogo più segreto e sacro dell’uomo, nel quale come recita il Catechismo, egli è solo con Dio e al cui giusto giudizio è sempre tenuto a obbedire”.
E l’attualità dell’obiezione di Coscienza e della non-violenza è ripresa molto bene in un commento del Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio: “E credo che si possa scegliere di resistere all’iniquità con la nonviolenza, cioè con la disobbedienza civile, l’obiezione di coscienza, le manifestazioni popolari, la pressione incessante dei media e delle opinioni pubbliche nazionali e internazionali…
Si può insomma resistere con una grande ed effettiva solidarietà, solidarnosc in polacco, che non è mai rassegnazione alla sopraffazione e all’ingiustizia e non è mai resa”.
A fine settembre siamo stati a Kiev con la carovana Stopthewarnow, guidati dal Movimento Nonviolento e da Un Ponte per…. Abbiamo incontrato i rappresentanti del movimento per la pace e degli Obiettori di Coscienza Ucraini. Vitaliy Alekseinko, si è presentato al processo il 12 dicembre, assistito anche da un avvocato italiano, Nicola Canestrini. Ed è in visita in Italia, proprio a metà dicembre, un obiettore di coscienza russo, Alexander Belik. Forse dovremmo ascoltare più loro che non i signori della guerra. Concludo con le parole del Card. Parolin: “Non releghiamo il desiderio di pace che alberga nel cuore dei nostri popoli nella soffitta dei sogni irrealizzabili! Abbiamo il dovere di prenderlo sul serio e di trovare vie percorribili per concretizzarlo, senza rifugiarci nella giustificazione dell’ineluttabilità della guerra. Non releghiamo nel regno dell’utopia il sogno di tanti giovani”.
Don Renato Sacco
Consigliere nazionale di Pax Christi
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