Dal Centro Manoscritti dell’Università di Pavia emerge un inedito firmato da Madre Cànopi. Una lettera scritta a mano su due pagine e diretta a monsignor Angelini. Un’autentica scoperta. Quando riprendo in mano i Promessi Sposi per una citazione o per un approfondimento, scelgo dallo scaffale della mia piccola biblioteca tra le edizioni curate dal Momigliano, da Chiari-Ghisalberti e da Caccia-Marcazzan, più raramente quella del Cantù, scovata da un antiquario. Ma, se voglio sentire la poesia e il cuore del romanzo, apro i Promessi Sposi di Cesare Angelini. Seppi di Angelini quando frequentavo l’Università a Pavia. Era rettore dell’Almo Collegio Borromeo, davanti al quale passavo tutti i giorni per andare in trattoria dall’Attilio, dietro l’angolo del fastoso edificio fondato dal nostro San Carlo di Arona. Ma nulla di più, benché fosse scrittore e critico letterario e io studente di Lettere, preoccupato degli esami e stordito da altre attrattive. Anni dopo, quando cominciai a insegnare nel Ginnasio, scoprii i “suoi” Promessi Sposi. Ultimamente su internet ho trovato un sito molto ricco e ben curato dal pronipote Fabio Maggi: www.cesareangelini.it. Tra le varie voci (libri, ritratti fotografici e scritti, note autografe e altro) mi incuriosirono i “Carteggi”, il regesto delle lettere e dei corrispondenti (curato da Nicoletta Leone per Interlinea). Vi compaiono insieme con cardinali, principi e senatori i maggiori scrittori, poeti e intellettuali del Novecento, tra cui Carlo Carena, Gianfranco Contini e Pietro Prini vicini a noi. Alcune di queste lettere sono state pubblicate nel volume I doni della vita (Rusconi 1985, a cura di Angelo Stella e Anna Modena).
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