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Senza pioggia né irrigazione le risaie si sono seccate

E’ tempo di tirare le somme dopo un’estate terribile, caratterizzata da un vocabolo: siccità. Al posto del segno + scopriamo che ha vinto il -. L’unico aumento è quello dei costi di produzione.

A due o tre cifre in percentuale quando si parla di fertilizzanti o impiego di energia e carburanti. Per il resto, soprattutto in risaia, mai così in basso. “Guardi qua, in alcuni campi abbiamo perso sino all’80 per cento”. Fabrizio Rizzotti di Vespolate mostra i danni. In alcuni punti sono soltanto steli d’erba, niente pannocchie che solitamente a fine agosto sono quasi mature. La risaia made in Italy è diventata un caso, tanto da richiamare l’attenzione dei media da tutto il mondo. Non è usuale che inviati dei più importanti quotidiani, dal New York Times al Washington Post (proprio nei campi di Rizzotti, vedi foto in alto) siano arrivati per documentare il disastro. E non è una consolazione ma solo la conferma dell’anno orribile.
A pochi giorni dalla raccolta del riso, i bilanci delle aziende sono ampiamente in negativo. Fortunati i risicoltori che riescono a contenere i danni in ogni caso a due cifre (il -10 è una rarità). Il riso risulta essere il seminativo più colpito.

L’articolo integrale sul nostro settimanale, nelle edizioni disponibili nella zona sud della diocesi di Novara – L’azione, l’Eco di Galliate, il Cittadino Oleggese, il Ricreo – in edicola da venerdì 17 giugno 2022. Tutti i settimanali si possono consultare anche online.

Gianfranco Quaglia: