Alla ricerca dell’acqua perduta. Potrebbe essere il titolo del film – drammatico – da proiettare sugli schermi di questa estate torrida. I primi cacciatori dell’oro blu sono gli agricoltori che stanno già facendo la conta dei danni: riso e mais compromessi, produzioni che potrebbero essere dimezzate, alcuni seminativi ridotti, campi messi a riposo.
Mario Fossati, direttore generale di Est Sesia Novara, il principale consorzio irriguo italiano (che compie 100 anni) è lapidario: “Per salvare le coltivazioni servono 200 metri cubi acqua/secondo. Ne disponiamo di 2 o 3”. Angelo Robotto, direttore di Arpa Piemonte, fotografa un quadro senza precedenti: “Il deficit pluviometrico è pari al 56%, la mancanza d’acqua nel Novarese è del 70%, la zona di maggior criticità in Piemonte. Le portate dei fiumi: a Casale Monferrato il Po è a -90%, il lago Maggiore tre metri sotto il livello abituale e il grado di vuotezza all’80 per cento”.