Tre misure cautelari sono state eseguite dalla Polizia di Stato di Novara a carico di tre novaresi, padre e figlio, rispettivamente di 46 e 20 anni, e di un terzo soggetto di 21 anni. Nei loro confronti, come spiegato stamani, martedì 28 giugno in conferenza stampa, sussistono gravi indizi di colpevolezza per rapina e lesioni personali aggravate. I tre, in concorso tra loro e con altri soggetti rimasti ignoti, la notte dello scorso 12 marzo, avrebbero partecipato a una brutale aggressione di una persona, successivamente minacciata con un coltello per impossessarsi del suo giubbotto, della sua felpa e della maglietta. All’interno del giubbotto erano contenuti, oltre agli effetti personali, anche 500 euro in contanti e un bancomat. Dopo la violenza subita la vittima è stata abbandonata a terra, nuda e priva di sensi. Soccorsa, ha riportato lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.
L’indagine ha tratto origine dalla denuncia della vittima, che ha riferito come, mentre si trovava nella galleria di piazza Martiri, è stata avvicinata da un gruppo di ragazzi, a lui sconosciuti, che si sono messi a urtarlo di proposito. Nasceva così una discussione durante la quale uno dei rivali ha sferrato alla vittima un pugno al volto mentre gli altri lo accerchiavano.
A questo punto la vittima, comprendendo le intenzioni dei ragazzi, ha cercato di allontanarsi in direzione delle poste di largo Costituente. E’ stato però seguito da un altro giovane, che, dopo alcuni secondi di conversazione, secondo una ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile, lo avrebbe aggredito facendolo cadere a terra. In pochi istanti si sarebbero uniti all’aggressione numerosi altri ragazzi, che hanno colpito ripetutamente il malcapitato con dei calci.
La vittima, sebbene scossa e dolorante, è riuscito ad alzarsi e ad allontanarsi poco distante dal luogo dell’aggressione, ma sarebbe stata raggiunta dal gruppo di violenti e sottoposto, per alcuni minuti, a nuove violenze fisiche oltre che alla sottrazione del giubbotto, della felpa e della maglietta. Le violenze sarebbero continuate nonostante la vittima li pregasse di smettere e, a questo punto, uno degli aggressori avrebbe estratto un coltello con il quale avrebbe minacciato la vittima.
A quel punto la persona aggredita riusciva comunque a tentare una fuga verso via XX Settembre, ma sarebbe stato inseguito dal soggetto armato di coltello che gli avrebbe impedito di chiedere aiuto con il cellulare. Tuttavia, la vittima riusciva comunque a inviare un messaggio contenente una richiesta di aiuto ad un amico e poco dopo perdeva i sensi. Veniva quindi soccorso dal personale del 118 che lo accompagnava presso il locale Pronto Soccorso dove gli venivano riscontrate plurime ecchimosi ed escoriazioni. Gli veniva inoltre diagnosticata una frattura alle costole con un prognosi di 30 giorni.
Gli investigatori, attraverso una sommaria descrizione, individuavano i probabili soggetti e grazie alla visione di alcuni impianti di videosorveglianza della zona riuscivano a risalire all’identificazione di alcuni presunti autori della brutale aggressione.
Dalle sommarie informazioni e dall’analisi di alcune immagini veniva accertato che il tutto avrebbe avuto inizio quando la vittima incontrava sulla sua strada tre giovani ragazzi che provenivano dalla direzione opposta. Uno di questi lo urtava con una “spallata” e ne nasceva un alterco durante il quale la vittima veniva portata con le spalle al muro e si trovava poi circondata dagli antagonisti, ai quali se ne sarebbero aggiunti, ben presto, altri e poi anche un adulto che stringeva in mano un bicchiere. Nel giro di pochi secondi la situazione degenerava e, la vittima veniva colpita da un pugno.
Successivamente, gli operatori della squadra mobile sentivano numerose persone presenti quella notte. L’impegno degli investigatori è stato ripagato in quanto alcuni testimoni hanno dato riscontro alle ipotesi investigative riconoscendo i soggetti descritti dalla vittima e che gli investigatori avrebbero identificato come i possibili autori.
Visto la gravità dei reati così come evidenziati dalla Squadra Mobile, la Procura della Repubblica chiedeva l’emissione di misure cautelari in quanto i presunti autori si sarebbero resi responsabili di un comportamento particolarmente grave. Infatti, nonostante la vittima fosse impossibilità a reagire non avrebbero esitato a colpirlo ripetutamente e a minacciarlo anche con un coltello.
Il G.I.P. ha condiviso le risultanze dell’attività investigativa emettendo un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto di comunicazione per il ventenne e l’obbligo di dimora unitamente all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per il 46enne e il 21enne.