Quando il processo a Giulio Andreotti iniziava, nel 1993, Paolo Intoccia, 28 anni, non era ancora nato. Eppure quella storia, uno dei capitoli più lunghi e difficili del Dopoguerra, l’ha sempre appassionato. Un’attenzione per il caso giudiziario relativo all’ex presidente del Consiglio, che ha portato il giovane lombardo di Monza a scrivere sul tema dapprima la tesi di laurea in Giurisprudenza e quindi, ampliando il lavoro svolto, il libro “L’imputato imperfetto-Storia del processo Andreotti”. Un volume che vanta una prefazione di Gian Carlo Caselli, il magistrato che, come procuratore della Repubblica a Palermo, chiese il processo per mafia nei confronti del leader democristiano, un procedimento che si chiuse nel 2004.
Intoccia sarà a Novara sabato 11, alle 17,30, all’ex sede del Quartiere Sacro Cuore, ospite dell’associazione La Torre-Mattarella, che, nel 2017, gli ha assegnato l’omonimo premio. Un riconoscimento attribuito, in collaborazione con Nando dalla Chiesa, alle migliori tesi magistrali sui temi della criminalità organizzata e delle strategie di contrasto alle mafie.
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