C’è un “vigneto narrante” sulla collina di Briona, a pochi chilometri dal capoluogo, dove i chicchi d’uva respirano l’onda lunga dell’aria che scende dal Monte Rosa prima di perdersi nella pianura.
Racconta di un uomo, anzi di un “prof” che ha lasciato un segno profondo in molti studenti diventati grandi, quasi tutti affermati nel mondo dell’agricoltura. Si chiamava Carlo Garavaglia e a lui è stato intitolato questo vigneto di 4 mila metri quadri, tutto Nebbiolo. Il professor Carlo, di Trecate, era un insegnante dell’Istituto Bonfantini di Novara, eccellenza nel panorama delle scuole agrarie d’Italia, ora affidato al preside Vincenzo Zappia. Non era soltanto un prof Carlo Garavaglia, mancato tre anni fa. Ha lasciato un vuoto profondo che i suoi ex studenti e quelli attuali cercano di colmare proseguendo in una delle sue passioni più forti: appunto la coltivazione di quella vigna. Lui l’aveva creata, ricavata in mezzo alla boscaglia. Dissodato il terreno, aveva messo a dimora le barbatelle.
ARTICOLO COMPLETO SUL GIORNALE IN EDICOLA