“Piatto ricco mi ci ficco”. Giancarlo Caselli, già procuratore della Repubblica e procuratore generale a Torino, procuratore capo a Palermo, riassume così il senso delle cosiddette agromagfie. In altre parole: la criminalità organizzata nel mondo dell’agroalimentare. Il magistrato fra i più noti d’Italia, ancora in prima linea nella lotta all’illegalità, è presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare italiano, istituito da Coldiretti. Un’attività intensa, la sua, che non si è arrestata dopo il pensionamento. “Anzi – ironizza – quando andai in pensione gli amici di Libera Piemonte mi regalarono una pettorina da vigile urbano e una pianta di Torino con i cantieri aperti. Un invito scherzoso e simpatico rivolto a un pensionato che trascorre la giornata osservando i lavori in corso. Non è andata così”. Al contrario Caselli si batte senza sosta per divulgare il senso della legalità tra i giovani, attraverso incontri, dibattiti nelle scuole. Con i libri. Il più recente s’intitola “Parole contro la mafia” ed è stato scritto con un collega, Guido Lo Forte, a cura di Sara Loffredi. Un “manuale” semplice e a portata di bambini e ragazzi, pe spiegare loro con parole chiare che cos’è la mafia e dove s’insinua.
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