Sono stati presentati mercoledì scorso alla presenza del vescovo Franco Giulio Brambilla e dei rappresentati delle istituzioni novaresi, e poi giovedì al termine della messa crismale con i sacerdoti della diocesi, i lavori di ammodernamento che hanno interessato la Pia Casa Divina Provvidenza di Novara.
«Con questi interventi – ha detto il vescovo – forniamo ai nostri ospiti due nuovi reparti che rispettano gli standard più elevati per strutture di questo tipo, oltre che offrire spazi accoglienti e completamente rinnovati».
A presentare i lavori è il direttore della struttura, Alessandro De Agostini. «La parte più visibile dei lavori che hanno interessato la struttura – spiega De Agostini – riguarda la parte esterna dei blocchi immobiliari che si affacciano su via Giovanni XXIII, con una vetrata continua che interessa tutti e tre i piani, nuovi serramenti, un cappotto termico e una facciata ventilata che consente di abbattere i consumi e le emissioni inquinanti».
Un vero e proprio biglietto da visita per quello che le famiglie e gli ospiti troveranno nei nuovi reparti: due RSA per un totale di 30 posti letto, dieci dei quali dedicati alla nuova Casa del Clero.
La maggior parte delle camere sono singole, «e tutte dotate di un sistema di ventilazione meccanica controllata, che consente un costante filtraggio dell’aria senza aprire le finestre». Una soluzione pensata anche a seguito di quanto il periodo di pandemia ha insegnato sull’importanza della salubrità dell’aria negli ambienti chiusi. «Ovviamente – prosegue il direttore della Pia Casa – ogni camera ha un bagno privato, la televisione, un sistema di condizionamento e riscaldamento con temperatura impostabile autonomamente e moderni letti medicalizzati». L’attenzione, ci tiene a precisare De Agostini, è stata però messa anche nei piccoli particolari: dalla scelta dei colori e dei materiali per le pareti e i pavimenti, sino alle finiture di porte e passamano a effetto legno: «l’idea – racconta – è che l’impressione non fosse quella di una struttura sanitaria, ma il più possibile simile a quella che si avrebbe a casa propria».
A beneficiare dell’estesa vetrata esterna è il salone comune ai due nuovi reparti: un ampio e luminoso openspace, dotato di angolo cottura per la preparazione di tè o caffè, con lo spazio dedicato al personale, anch’esso aperto e affacciato sul salone.
«Nella Casa del Clero – aggiunge De Agostini – siamo anche riusciti a ricavare un salottino per consentire ai sacerdoti di ricevere ospiti, familiari, confratelli e amici, oppure per ritrovarsi insieme per la preghiera quotidiana». Anche questo spazio è arredato «come un salotto di casa e dotato di una piccola cucinina a scomparsa».
Il ringraziamento è andato a tutti coloro che hanno contributo a realizzare l’opera. La progettazione architettonica è stata curata dallo studio Gambini – Raimondi di Novara; quella degli impianti elettrici dallo studio tecnico Gianluca Pastore di Trecate, mentre gli impianti termici dallo studio Enrico Piva di Oleggio. Il general contractor è il Gruppo RIBA Costruzioni di Torino, gli impianti elettrici sono stati realizzati dalla Mercalli di Novara, gli impianti di climatizzazione e idricosanitario dalla Gazzera Impianti di Trinità (Cuneo) e gli arredi dalla Aglaya design di Reggio Emilia.
Un ringraziamento particolare è andato alla Pro Sacerdotio Christi che ha contribuito proprio all’acquisto degli arredamenti e alla memoria di don Mario D’Angelo, sacerdote galliatese recentemente scomparso, che ha voluto donare la sua libreria e la sua ricca collezione di libri alla Pia Casa.