Non si sono fermati davanti a nulla, neppure a una donna anziana e sola di 74 anni, che hanno picchiato con violenza, con tanto di calci in testa e alle gambe e che sono arrivati anche a legare e a imbavagliare con dello scotch. Queste le modalità di una feroce rapina perpetrata nella serata dello scorso 4 novembre in un appartamento del Sacro Cuore da quattro giovani, tra i 17 e i 21 anni (due maggiorenni e due minorenni), che, dopo accurate indagini della Polizia di Stato, sono stati tratti in arresto nella prima mattinata di oggi, giovedì 7 aprile.
I quattro, residenti a Novara tra le zone della Rizzottaglia e di Sant’Agabio, sono riusciti a farsi aprire la porta e a entrare nella casa della donna e, davanti alle resistenze dell’anziana nel mostrare loro dove tenesse i gioielli, sono arrivati a colpirla con violenza, calci e pugni ovunque. Un’aggressione che si è protratta per circa venti minuti. Sino a quando la vittima, come spiegato dal dirigente della Squadra Mobile di Novara, Massimo Auneddu, ormai al limite e completamente spaventata e in balia dei suoi aguzzini, si è ‘arresa’, svelando ai malviventi dove custodiva i gioielli. Ori del valore di circa 200mila euro, che sono stati portati via dai quattro.
Per i due maggiorenni è stata disposta la misura cautelare in carcere, mentre per i due minori il Gip del Tribunale per i Minorenni di Torino ha disposto una misura cautelare in carcere e un obbligo di permanenza domiciliare.
«Un’operazione importante – ha riferito il Questore Rosanna Lavezzaro nella conferenza in cui sono stati illustrati i dati dell’indagine – in cui gli agenti sono stati particolarmente bravi. Un’indagine che vale la pena raccontare. Un episodio che mi ha colpito particolarmente e per il quale ho chiesto subito ai miei uomini di attivarsi e arrivare quanto prima a un risultato importante».
Le operazioni sono state condotte dagli agenti della 3^ Sezione della Squadra Mobile che, dopo serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Novara e dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Torino e durate circa quattro mesi, caratterizzate anche dall’ausilio di presidi tecnologici, hanno acquisito determinanti elementi probatori a carico dei quattro indiziati.
Nei fatti, nella serata del 4 novembre, due degli arrestati, con il volto interamente coperto e con addosso dei guanti, con uno stratagemma sono riusciti a farsi aprire la porta di casa dalla vittima e, una volta entrati, l’hanno picchiata selvaggiamente. Prima di darsi alla fuga i giovani, per evitare che la vittima desse l’allarme, le hanno sottratto il telefonino cellulare e le hanno avvolto interamente il viso con del nastro adesivo, mettendo a serio rischio la vita della 74enne.
Fortunatamente l’anziana, con non poca fatica, riusciva a liberarsi e a raggiungere l’abitazione di un vicino di casa dando l’allarme per un pronto intervento della Polizia di Stato e del personale sanitario.
Le indagini, svolte ad ampio raggio, si sono basate sulle dichiarazioni della donna, sull’analisi delle numerose immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati posti nel raggio di due chilometri dall’abitazione della vittima e sulla valutazione delle posizioni di tutti coloro che avevano frequentato quest’ultima e che ne conoscevano le abitudini. L’intuito degli investigatori ha avuto un primo riscontro quando è stato individuato un artigiano che aveva effettuato dei lavori all’interno dell’abitazione della parte offesa e che, in alcune occasioni, si era avvalso dell’aiuto del proprio figlio, già pregiudicato per rapina.
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Un secondo riscontro arrivava dagli accurati rilievi effettuati dalla Polizia scientifica di Novara all’interno dell’appartamento, che evidenziavano la presenza di un’impronta appartenente ad un minore con numerosi precedenti di polizia a carico, strettamente legato al figlio dell’artigiano di cui sopra e che non aveva certamente mai frequentato l’abitazione della vittima. Partendo da questi dati, sono stati individuati tutti i presunti componenti del gruppo e il ruolo che gli stessi hanno avuto sia nella fase di pianificazione che nella consumazione del reato.
In particolare i due indagati minorenni sono stati individuati come gli autori materiali della rapina, il figlio dell’artigiano, ben conoscendo il tenore di vita e le abitudini della vittima, nonché le modalità di accesso all’abitazione, ha svolto il ruolo di “basista”, mentre il quarto giovane ha avuto il ruolo di “palo”, rimanendo all’esterno dell’abitazione per aggiornare o allertare i propri sodali su eventuali pericoli.
Le Autorità Giudiziarie, condividendo le ipotesi investigative, hanno emesso i provvedimenti elencati poco sopra. Infine, nel corso delle indagini, è stato denunciato in stato di libertà un 19enne novarese, individuato come uno dei ricettatori dei preziosi sottratti durante la rapina.