Un momento di formazione, «quasi come per riprendere il discorso da dove l’avevamo interrotto, prima che il Covid ci imponesse di sospendere gli incontri diocesani». Ma anche di scambio, confronto e ascolto, «nel segno di un grazie a nome di tutta la comunità diocesana, per un servizio che è per la Chiesa, ma che è soprattutto nella Chiesa». Don Lorenzo Marchetti, direttore dell’ufficio catechesi e liturgia, racconta così l’incontro dei ministri straordinari della comunione che ha guidato domenica scorsa ad Armeno, insieme a Monica Prandi, biblista e collaboratrice dell’ufficio.
«Come per altre attività pastorali, anche per quella dei ministri straordinari della comunione la pandemia è un tempo di difficoltà – racconta don Marchetti -. Soprattutto per malati e anziani spesso è difficile tornare ad una dimensione di normalità nelle relazioni. Tornare ad aprire la porta di casa per incontrare qualcuno». Dunque quello svolto da questi collaboratori «è un servizio che assume i contorni della missionarietà. Sono persone inviate da una comunità che vuole essere attenta ai fragili».
È proprio questo stretto legame con la comunità che don Marchetti tiene a sottolineare, «perché questo ministero trova direttamente il proprio fondamento e la propria motivazione nella celebrazione eucaristica domenicale».
Proprio un itinerario a ritrovare le origini del rito eucaristico, è quello che ha proposto Prandi, attorno al tema del pane spezzato nel libro degli Atti degli Apostoli.
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