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Il “Ciapa e porta a ca” nel VCO è già una buona abitudine

Quello che non mangi, se vuoi, lo porti a casa. Non è una novità. Già da diversi anni è così sui nostri laghi e montagne. La lotta allo spreco alimentare passa anche dal tavolo del ristorante. È quanto emerge ascoltando le voci dei ristoratori che operano in città e nei paesi circostanti. «Se i clienti ci chiedono di portare via il pasto non consumato – racconta Andree Garlaschini, titolare del ristorante “La Tentazione” a Pallanza – li accontentiamo con piacere.

È un peccato dover buttare negli scarti il cibo. Solitamente la richiesta è per i secondi piatti, come carne o pesce. È difficile che si tratti della pasta. Questo servizio noi lo offriamo già da anni». Questa modalità caratterizza un po’ tutti quanti i ristoratori.

«Abbiamo avviato la nostra attività l’anno scorso – spiega Gabriella Pelizzari del “Mood- Drink & Food Bistrot” a Pallanza – e fin da subito abbiamo previsto un servizio di questo tipo. In apposite scatole e contenitori mettiamo eventuali panini o pizze che i clienti non hanno consumato o finito di mangiare, e che intendono portare via. A domandarlo sono maggiormente gli italiani».

Le voci dei ristoratori, nella settimana in cui  l’Assessorato all’Agricoltura e al Cibo della Regione Piemonte, in collaborazione con VisitPiemonte presenta il progetto “Ciapa e porta a ca! Porta a casa il gusto autentico del Piemonte”. L’iniziativa intende sensibilizzare consumatori e ristoratori (agriturismi compresi) alla pratica che da tempo esiste in altri paesi: farsi incartare il cibo e il vino avanzati e pagati, per portarli con sé.


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