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Pallanza, negli occhi e nelle voci il racconto della fuga dall’Ucraina

La sala è nella penombra. Una mamma sistema con cura il proprio bambino nella carrozzina. Si premura che sia ben coperto. Poi si allontana un attimo per rispondere al cellulare che squilla. Il bambino inizia a piangere. La mamma, interrompe la telefonata, torna dal piccolo e gli canta una nenia. Le parole della canzone sono incomprensibili.

Ma a suonare familiare è l’effetto che quelle note producono sul bambino, che si acquieta. A ogni latitudine e longitudine l’amore di una madre, al di là della lingua, non cambia. Il cronista osserva. E questa diventa la prima immagine raccolta nel taccuino in un pomeriggio di metà marzo nella sala al pian terreno dell’Ostello della gioventù a Pallanza.

Da oltre una settimana le porte della palazzina si sono aperte per accogliere donne e bambini fuggiti dall’Ucraina. In pochi giorni il numero è cresciuto. Ora sono quarantacinque le persone ospitate.

L’articolo integrale sul nostro settimanale, nelle edizioni disponibili nella zona settentrionale della diocesi di Novara – Il Popolo dell’Ossola, l’Informatore del Cusio, il Verbano – in edicola da venerdì 18 marzo 2022. Tutti i settimanali si possono consultare anche online.

Francesco Rossi: