“Casa di Modesta”: un appartamento che aiuta chi è senza casa a ripartire

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Una casa per tre uomini che, per anni, chi anche per decenni, hanno
avuto per tetto solo il soffitto di un treno. Oppure che vivevano nei container dell’ex Villaggio Tav di via Alberto da Giussano, a Novara.

È “Casa di Modesta”, un appartamento che, a Sant’Antonio, grazie alla Comunità di Sant’Egidio, ospita tre persone che prima cercavano un riparo per la notte tra treni e luoghi abbandonati. Tre ‘invisibili’ che, adesso, hanno una casa e stanno seguendo un percorso di reinserimento, di rinascita. «La Casa – spiega Stefano Taverna di Sant’Egidio – prende il nome da Modesta, anziana senza dimora morta alla stazione Termini di Roma nel gennaio 1983 priva di soccorsi. Il personale dell’ambulanza si rifiutò
di raccoglierla perché sporca. E nasce – aggiunge – da un sogno: aiutare quelle persone che incontriamo per strada o alla mensa a uscire dalla precarietà. Un alloggio dove sperimentare la condivisione, la solidarietà». 
Marco, 60 anni, non viveva in una casa da 10 anni. Prima di finire in strada aveva avuto anche un lavoro, si occupava di vendere le materie prime per i prodotti di pasticceria e gelateria.

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