La Guardia di Finanza di Novara e Cremona, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare nei confronti di indagati di partecipazione a un’articolata associazione per delinquere dedita al conseguimento di pubbliche erogazioni.
Le attività concluse oggi sono il frutto di approfondimenti investigativi eseguiti successivamente all’esecuzione dei primi 16 provvedimenti restrittivi nei confronti degli organizzatori e ispiratori del gruppo che, in poco più di un anno, ha arrecato un danno di oltre 21,5 milioni di euro all’erario presentando oltre 10.000 domande di Reddito di Cittadinanza sprovviste dei requisiti indicati dalla legge.
I compiti e le funzioni all’interno dell’associazione per delinquere appaiono – allo stato delle indagini – precisi e delineati, riferisce la Finanza.
I promotori, cittadini di origine rumena, avevano il compito di procurare i documenti e i nominativi di propri connazionali avvalendosi anche dell’ausilio di complici operanti all’estero. Questi documenti venivano poi consegnati, tramite persone di fiducia, ai titolari e dipendenti di CAF e Patronati compiacenti i quali predisponevano e compilavano la falsa documentazione di supporto alla domanda (DSU, Dichiarazione sostitutiva unica, e codice fiscale).
Successivamente, mediante la produzione di certificati di attribuzione del codice fiscale e documenti d’identità contraffatti, il sodalizio riusciva ad appropriarsi in posta dei sussidi erogati.
Le ulteriori indagini, condotte mediante l’analisi dei contenuti dei profili social degli arrestati incrociati con i dati contenuti nei pc e nei cellulari sequestrati, hanno consentito di individuare altre otto persone che hanno proseguito l’attività criminale attivandosi per cercare nuovi canali idonei alla perpetrazione delle frodi.
Contestualmente agli arresti, tra i quali figura anche una ex dipendente di un centro di assistenza fiscale già coinvolto nella frode, sono state effettuate anche delle perquisizioni nei confronti di coloro che sono sospettati di aver prodotto i falsi documenti di identità utilizzati per ottenere il beneficio.
Le indagini, condotte anche con la collaborazione delle forze di polizia rumene che hanno rintracciato e arrestato alcuni membri del sodalizio, “evidenziano – spiega una nota delle Fiamme Gialle – il ruolo chiave della Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria contro l’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito che genera iniquità e mina la coesione sociale”.