C’è sempre una seconda possibilità per tutti e i ragazzi della Comunità Cenacolo ne sono la dimostrazione.
Per far conoscere meglio questa realtà, l’equipe dialogo dell’Oratorio Vandoni ha organizzato un pomeriggio con quattro ragazzi della comunità di Casa Litta: Climek, Christian, Emanuel e Jose.
I quattro “Testimoni di speranza”, come li chiama Madre Elvira perché erano morti e l’amore di Dio li ha fatti risorgere, si sono aperti e hanno raccontato la propria esperienza.
Il primo è stato Jose, 45 anni, spagnolo, il quale è in comunità da due anni e mezzo: «Se oggi ho la voglia di vivere e fare belle cose, di donarmi agli altri è per questa donna».
L’uomo, dopo 20 anni di dipendenza e diversi percorsi di riabilitazione, ha trovato la sua salvezza nella comunità: «qui ho cominciato a credere in me, ho accettato i miei limiti, ho imparato a non paragonarmi più con nessuno. Da piccolo volevo solo apparire. In comunità ho scoperto questo: volermi bene. Prima la mia vita era una lavatrice, la mia testa girava e non si fermava mai. In comunità ho fermato il cervello e la lavatrice».
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