Uso improprio della didattica digitale.
È questa l’accusa che un gruppo di genitori rivolge al liceo Casorati chiamando in causa non solo il preside, Salvatore Palvetti, ma anche l’Ufficio scolastico territoriale e la Provincia.
A raccontare i fatti, Luca Farina Finzi, rappresentante dei genitori per la classe 1 D.
«Settembre 2021. È da poco iniziato l’anno scolastico quando gli allievi dell’artistico di via Greppi ricevono, senza preavviso, l’invito a partecipare alle lezioni a distanza. Inspiegabilmente tornano in Dad: una volta la settimana e per tutte le ore della giornata scolastica».
Di fronte a questa interruzione ingiustificata Farina Finzi – che già a marzo aveva fatto due settimane di sciopero della fame contro lo stop alle lezioni in presenza – decide di interpellare la Scuola.
«Mi viene detto che il provvedimento è dovuto alla carenza di aule, motivazione poco credibile stante l’aumento marginale delle classi (+4%)». Nei mesi seguenti il Casorati ricorre alla Dad asincrona anche in altre circostanze: «dalla presentazione delle liste dei rappresentanti, al sopralluogo preliminare alla progettazione per la messa in sicurezza dell’edificio, passando attraverso gli incontri per il supporto e la progettazione all’handicap (GLO)».
A quel punto a essere infastidito non è più solo il rappresentante della 1 D. «Con altri tre genitori decidiamo di segnalare formalmente la situazione sia alla Scuola sia a Ufficio scolastico territoriale e Provincia». Ne segue un confronto a mezzo pec avente per oggetto «uso e abuso della Dad».
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