Missionaria da cinquant’anni, religiosa della Congregazione delle Sorelle della Carità, infermiera, ma soprattutto donna e, ancor di più, madre. Una mamma per tutti quei bambini che, in Burundi, terra difficile e martoriata da povertà e conflitti, hanno necessità di tutto, dal latte ai vestiti a una casa. E che a lei, come alle altre suore missionarie, si affidano. Da lei cercano un sostegno. Una donna che, quasi ogni giorno, riceve telefonate per accogliere bimbi la cui madre ha perso la vita nel darli al mondo.
Lei è suor Celina Tovagliaro, 83 anni (84 a settembre), un’intera vita per il prossimo. Dagli anni ‘70 in aiuto alla popolazione burundese. All’epoca, infermiera al dispensario della parrocchia di Buhoro, «molti bambini – racconta – morivano di morbillo e alla struttura arrivavano famiglie disperate, perché non in grado di poter aiutare i propri piccoli». Ora si trova a Masango, nella diocesi di Bubanza, dove la missione dispone di un centro medicale e dove si trova anche l’orfanotrofio Casa Alessia che accoglie una quarantina di bambini da 0 a poco meno di 3 anni.
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