Unire due territori per rafforzarli ma anche per rafforzare la regione. È questo il motivo che ha spinto il Piemonte a mettere tutto il suo peso a sostegno della progettazione e il finanziamento della superstrada Novara-Vercelli. È stato il presidente Alberto Cirio a sottolineare durante la sua visita in città, avvenuta ieri, la rilevanza strategica di questa opera «di cui si parlava da anni ma e che finalmente è diventata ora un traguardo molto concreto», come ha detto Alessandro Canelli. Il sindaco di Novara e il presidente della regione erano solo due degli amministratori seduti al’arengo del Broletto per la presentazione dell’asse viabilistico: tra di essi il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro, i presidenti delle province di Novara e Vercelli, Eraldo Botta e Federico Binatti l’assessore regionale ai trasporti e opere pubbliche Marco Gabusi e quello all’ambiente Matteo Marnati oltre al consigliere Regionale Riccardo Lanzo. Un “parterre” che da solo dovrebbe bastare, al di là delle parole, a dare supporto alla promessa di impegno sul rispetto del programma per la realizzazione della superstrada. «Si tratta – ha ribadito Canelli – di avvicinare due sistemi economici che paradossalmente sono molto più lontani di quel che dice la misura in chilometri. Novara e Vercelli hanno la medesima vocazione e cullano un obbiettivo comune sviluppo urbano, hanno infrastrutture e servizi condivisi e sono parte dello stesso sistema di formazione universitaria. Siamo vicini ma anche distanti proprio perché abbiamo una strada obsoleta. Con questa opera possiamo ridurre il transito a pochi minuti a beneficio di industrie, sanità e scuola». «Se oggi possiamo immaginare una integrazione dei nostri territori ha detto il sindaco della città di Vercelli che assieme alla provincia di Vercelli ha il ruolo di ente trainante e ha predisposto il progetto – è perché abbiamo investito risorse e energie sulla collaborazione». Quanto sia vicino il traguardo del cantiere lo spieghiamo a parte, ma Gabusi è parso molto ottimista: «abbiamo in mano un assegno del valore di 50 milioni – ha spiegato l’assessore ai trasporti e opere pubbliche – non una promessa generica. La possibilità di mettere in movimento le ruspe è solo una nostra responsabilità». Ovviamente le brutte sorprese non sono mai escluse. E lo sa bene anche lo stesso Cirio la cui lunga esperienza politica quale vicesindaco di Alba e poi in Regione gli ha fatto toccare con mano le tortuose vicende della Asti-Cuneo un’opera rimasta “quasi” finita da più di 30 anni e il cui fantasma è apparso ripetutamente durante l’incontro di Novara. Per arrivare a chiudere presto il cantiere e far sì che davvero, come detto dello stesso Cirio, «Novara e Vercelli sfruttino la posizione logistiche che li mette non al centro del Nord Italia ma dell’Europa essendo sulla direttrice Lisbona Kiev e Amsterdam Genova» non si devono sbagliare le mosso. Ad esempio «non privilegiare interessi particolari ma generali – come ha detto Matteo Marnati – e per questo dobbiamo metterci a confronto». L’appello è diretto alle forze produttive ma anche agli agricoltori che in passato avevano manifestato molte perplessità, se non ostilità, all’opera temendo che possa consumare territorio dando luogo ad un bilancio finale negativo. Fabrizio Frattini
Il Piemonte scommette sulla Novara-Vercelli
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