La pandemia volge al termine, almeno si spera. I consumi stanno gradualmente riprendendo. Le attività produttive già da parecchi mesi hanno innestato la marcia alta.
Tutte premesse che lascerebbero immaginare una ripresa anche dell’occupazione, ma gli industriali, in particolare quelli del settore metalmeccanico e della rubinetteria, sono perplessi: nuovi posti di lavoro in arrivo?
Andiamoci piano, il rincaro di materie prime, energia e trasporti stanno facendo sfumare l’exploit dei fatturati, e gli imprenditori non possono permettersi passi falsi. E anche se si decide di assumere il guaio è che si fa una faticaccia a trovare i dipendenti qualificati.
«Certamente – dice Maurizio Bellosta, imprenditore di Briga Novarese della rubinetteria e vice presidente per il settore Cromato di Avr, associazione federata ad Anima-Confindustria che rappresenta i costruttori di valvole, rubinetteria, attuatori, raccorderia e tubi flessibili – i vantaggi fiscali del 110% hanno dato un indubbio slancio al comparto, che però adesso deve fare i conti con una serie di rincari incredibili: dall’energia elettrica al gas, dai pallets ai trasporti fino alle materie prime. Siamo molto preoccupati davanti a questa situazione, per cui siamo cauti anche sul fronte delle nuove assunzioni. Inoltre, se si decide di cercare delle nuove maestranze è molto difficile trovarle».
Assieme a Bellosta, sul nostro settimanale, in edicola e online da venerdì 25 febbraio, gli interventi di Giuseppe Frattini, Giancarlo Vezzola e Marco Paini.