C’è un ponte culturale tra la Valsesia e il Pavese? A suggerirlo sono l’altare e un quadro collocati a Doccio, frazione di Quarona in Valsesia.
Il nostro giornale in edicola questa settimana presenta un approfondito articolo che parte dalle ricerche dalla critica d’arte, Martina Pastura.
L’altare di cui si parla è quello della chiesa parrocchiale di Doccio che venne donato da Jacopo Perincioli, un commerciante di Doccio, che a Pavia aveva fatto fortuna a Pavia.
L’opera d’arte venne acquistata a seguito delle soppressioni napoleoniche che smantellarono la chiesa di Santa Maria d’Ognissanti, a Pavia. L’edificio sacro, noto come «La Certosina» perchè di proprietà dei monaci della Certosa, era celebre proprio per il magnifico altare che venne requisito e messo all’asta finendo così a Doccio.
Il quadro è quello che in Santa Marta raffigura la Madonna col Bambino, San Siro e San Bononio» che sembra quasi un clone del dipinto di Giovan Battista Crespi, il Cerano appunto, la «Madonna col Bambino e i santi Siro e Antonio da Padova», originariamente al Duomo di Pavia, oggi alla Galleria Sabauda a Torino. (foto qui sotto)
Secondo Marina Pastura la mano è la stessa o comunque il modello del Cerano è inequivocabile. Chi ha donato il dipinto alla frazione di Quarona? E perché nell’opera conservata a Doccio è rappresentato anche san Siro, patrono di Pavia?
La risposta potrebbe riproporre quanto è accaduto per l’altare: anche un emigrante valsesiano si è sentito in dovere, dopo avere raggiunto il successo e l’agiatezza economica a Pavia, di compiere un gesto di riconoscenza verso il paese d’origine con un regalo importante, un dono d’autore a tutti gli effetti.
Martina Pastura aggiunge anche la nota dolente: oggi il quadro si trova in pessime condizioni e meriterebbe di essere sottoposto a un’operazione di restauro «che consentirebbe di apprezzare a pieno le sue qualità, in parte compromesse dallo stato di degrado in cui versa e dovuto a vari fattori»
Un approfondito servizio con altri dettagli e la voce del parroco, Padre Matteo Borroni, sul nostro giornale, in edicola oggi e online,