Un aumento del 26% della depressione e un +28% dei disturbi d’ansia. Mentre gli esperti parlano di rallentamento della pandemia e per la scuola arrivano nuove regole su quarantene e isolamento, la “quinta ondata” è già in atto e questa volta colpisce pesantemente non solo il corpo, ma anche la mente. I giovani sono i soggetti maggiormente a rischio: un adolescente su quattro presenta i sintomi della depressione e uno su cinque dà segni di disturbo d’ansia. Casi raddoppiati rispetto al pre-Covid. Dati, quelli snocciolati dalla Società italiana di Neuropsicofarmacologia, che riguardano anche le nostre terre. Con una preoccupazione forte rimarcata dal vescovo Franco Giulio Brambilla nell’ultimo discorso alla città e alla diocesi nel quale ha chiesto «un grande patto educativo fra tutti i soggetti che si affaticano al compito formativo». Anche noi lo stiamo ripetendo da mesi. Ospitando sulle nostre pagine le voci dei ragazzi degli oratori, per fare del giornale uno spazio di ascolto. E iniziando questa settimana un percorso con alcuni esperti alla ricerca di strade per prendersi cura di sé. Questo impegno ad essere “custodi” di tutti è il tema della Giornata per la Vita di domenica 6 febbraio, da vivere – sottolineano su questo numero Margherita e Marco Invernizzi, condirettori dell’Ufficio diocesano per la Famiglia – non solo come momento celebrativo. C’è bisogno di concretezza. Perché in tanti, e i giovani in particolare, la stanno pagando cara. E allora rilanciamo ancora una volta la domanda posta a tutti sul nostro giornale da don Gianluca De Marco, responsabile diocesano della pastorale giovanile. Chi ci sta? Chi vuole impegnarsi nel rispondere a quel desiderio di felicità dei nostri ragazzi?
Se la “quinta ondata” risparmia i polmoni ma colpisce il cuore
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