Sono stati trecento i novaresi che, nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 2 novembre, hanno aderito al presidio “Non strumentalizzare la Shoah”, promosso da Comunità Ebraica e Comunità di Sant’Egidio in piazza Gramsci a Novara (foto Agenzia Visconti).
Una risposta concreta e massiccia al corteo dei “No Green Pass”, che, sabato, in centro, aveva sfilato con pettorine a strisce bianco e grigie, con numeri identificativi e con una corda ai due lati dei manifestanti, a rievocare del filo spinato. Rappresentandosi come prigionieri dei lager. Un corteo che ha portato Novara sulle pagine di tutte le testate e le emittenti nazionali e internazionali.
Trecento novaresi hanno voluto partecipare al presidio per dimostrare anche come Novara sia ben altro. Sia la Novara della solidarietà, del bene, della cultura.
Valter Fornara di S. Egidio: “Alla comunità ebraica ci lega una grande amicizia. Siamo impegnati nella lotta contro ogni discriminazione. Per questo abbiamo deciso di organizzare insieme questa iniziativa, cui hanno aderito tante altre realtà del territorio e singoli cittadini. Una manifestazione analoga è in corso proprio in questo momento anche a Milano”. Daniela Sironi, responsabile della Comunità di Sant’Egidio: “rifiutiamo ogni strumentalizzazione, come quella avvenuta sabato. Non si può paragonare a un Olocausto il Green Pass o il vaccino, che ci stanno invece aiutando a uscire dalla situazione dell’ultimo anno e mezzo. Questo è irridere la Shoah e le vittime”.
Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica Biella Vercelli Novara e VCO, impossibilitata a essere presente, ha inviato un testo letto dai volontari di S. Egidio: “Una messinscena macabra quella di sabato. Una manifestazione vergognosa per una città simbolo della Resistenza”.
Molto duro anche il sindaco Alessandro Canelli: “Non più tardi di una settimana fa, in consiglio comunale, ricordavamo e condannavamo la violenza dei manifestanti che hanno assalito la sede della CGIL a Roma. Ecco quanto è successo a Novara è anche questa una violenza. Non fisica ma è comunque una violenza. Novara non è così. È stato fatto un accostamento vergognoso tra chi protesta per il Green Pass e chi, invece, 70 anni fa, è morto, dopo dure violenze. È inaccettabile. Questa non è ignoranza, è arroganza intellettuale. Non si possono fare questi paragoni, nessuno li ha torturati. Importante è stata la risposta di tutta Novara, una risposta univoca e forte. Un messaggio importante di solidarietà per l’Italia, perché Novara è quella di questa sera, e per la Comunità ebraica”. Paolo Cattaneo, presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Novara: “c’è grande indignazione. Mi chiedo dove abbiano lasciato il buonsenso i manifestanti. Se lo Stato ha posto regole più restrittive è solo per la nostra salute”. E ancora Michela Cella, presidente Anpi Novara: “la risposta a quell’assurdo corteo è la piazza di questa sera. La nostra Costituzione è il frutto più importante della Resistenza e leggere, in quel corteo, cartelli con ‘Ora e sempre Resistenza’, fa allibire. Quelle persone, se possono permettersi di andare in piazza e protestare, è per chi tanti anni fa è morto per loro. Questo, così fatto, non è diritto di manifestazione. Non si può strumentalizzare la deportazione. Ora saranno gli organi competenti a decidere cosa fare. Voglio infine dire che, se fossimo davvero in dittatura, ognuno di chi oggi è in piazza sarebbe in un lager per qualcosa, perché diverso, perché asociale, perche scuro di pelle, perché omosessuale. Invece non è così”. Un’insegnante della Thouar, Ilenia Grecu: “dobbiamo intraprendere strade nuove di umanità”.