[bsa_pro_ad_space id=2]
«Manifestare è un diritto, farlo in questo modo è inaccettabile». Così inizia l’intervento del governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in merito alla manifestazione “No Green Pass”, andata in scena sabato 30 ottobre nel tardo pomeriggio a Novara. Una manifestazione in cui i partecipanti hanno sfilato con pettorine a strisce bianche e grigie che rimandavano ai prigionieri dei lager nazisti e con tanto di rimando al filo spinato.
«L’Italia è un Paese libero. Ma questa libertà, la nostra, non è stata gratuita. Ha avuto un prezzo, altissimo, che altre persone hanno pagato per noi. Sulla loro pelle. Per chi è stato rinchiuso in un campo di sterminio le tute a righe, il marchio dell’inchiostro, il filo spinato, non sono stati i travestimenti di una carnevalata vergognosa. Gli incubi la storia li fa vivere reali. Ma questo chi sabato ha manifestato a Novara non lo sa. Vorrei che ognuno di loro – conclude Cirio – ascoltasse la voce di chi oggi è memoria. Vedesse con i propri occhi cosa è veramente l’orrore. Perché contro il Covid abbiamo trovato un vaccino. Ma contro l’ignoranza la strada è ancora lunga».
Sulla manifestazione “No pass”, guidato da una dipendente dell’ospedale, Giusy Pace, interviene anche il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, il dottor Gianfranco Zulian: «Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare – afferma – non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul “green pass” ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico». «Nel comportamento della nostra dipendente, tra l’altro stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento – conclude Zulian – rileviamo un grave danno d’immagine nei confronti dell’Aou. Valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare».
Anche l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Novara interviene dopo la manifestazione. «Non intendo entrare nel merito di una vicenda vergognosa che è già stata commentata un po’ da tutti, istituzioni e partiti politici e che ha gettato discredito sull’intera città – afferma il presidente dell’Ordine, il dottor Federico D’Andrea – ma vorrei cogliere l’occasione per riaffermare che il cosiddetto “green pass” è un provvedimento di buon senso e che ha permesso che si possano svolgere le più svariate attività economiche. Lungi da essere una misura liberticida, è una norma che va a tutela di tutti i cittadini». «L’Ordine di Novara – conclude il presidente – ha partecipato attivamente nel mese di ottobre alla campagna “Il vaccino ci salva la vita. Vacciniamoci contro il Covid-19” lanciata dalla Federazione nazionale degli Ordini: non ci stancheremo mai abbastanza di ricordare come la vaccinazione sia una conquista della scienza al servizio dell’umanità e che il vaccino contro il Covid-19 ci permette di tutelare la vita e la salute di tutti e di uscire finalmente dall’incubo pandemico».
Per il Partito Comunista Italiano di Novara, Roberto Bramante: «condanniamo l’utilizzo del dramma dello sterminio nazista per impresentabili obiettivi politici. Sabato 30 ottobre si è svolta per le vie del centro di Novara una manifestazione organizzata dai cosidetti No Green Pass. Non serve appellarsi alla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza per ribadire il diritto a manifestare e rivendicare il diritto di esprimere il proprio dissenso nei confronti delle scelte politiche. È però una grave offesa utilizzare nella polemica il dramma di persone che hanno perso la vita, subito sevizie e sono state oggetto di feroce discriminazione.
Presi dal loro posto di lavoro, dalla propria vita di tutti i giorni e deportati nei campi di concentramento destinati alla morte. Persone sottratte all’esistenza perché comunisti e altri oppositori politici, ebrei, omossessuali, rom, sinti, malati psichici, prostitute, persone senza fissa dimora, immigrati, apolidi, testimoni di Geova, per citare le principali categorie – conclude Bramante – di vittime. Le vaccinazioni e le misure di contenimento della diffusione sono finalizzate alla salvaguardia della salute pubblica e della vita stessa dei cittadini. I campi di concentramento nazisti, al contrario, costituivano lo strumento dello sterminio di milioni di uomini, donne e bambini. La sezione novarese del Partito Comunista Italiano condanna l’impiego distorto e improprio del maggiore dramma storico dell’umanità, per una pericolosa manipolazione della questione No Green Pass da parte di ambienti che perseguono impresentabili obbiettivi di natura politica».
Presi dal loro posto di lavoro, dalla propria vita di tutti i giorni e deportati nei campi di concentramento destinati alla morte. Persone sottratte all’esistenza perché comunisti e altri oppositori politici, ebrei, omossessuali, rom, sinti, malati psichici, prostitute, persone senza fissa dimora, immigrati, apolidi, testimoni di Geova, per citare le principali categorie – conclude Bramante – di vittime. Le vaccinazioni e le misure di contenimento della diffusione sono finalizzate alla salvaguardia della salute pubblica e della vita stessa dei cittadini. I campi di concentramento nazisti, al contrario, costituivano lo strumento dello sterminio di milioni di uomini, donne e bambini. La sezione novarese del Partito Comunista Italiano condanna l’impiego distorto e improprio del maggiore dramma storico dell’umanità, per una pericolosa manipolazione della questione No Green Pass da parte di ambienti che perseguono impresentabili obbiettivi di natura politica».