Suor Shahnaz Bhatti, trasforma una chiacchierata in testimonianza. Lei ha visto la sofferenza nel quotidiano, la morte e il sangue ai suoi piedi e ci ricorda cosa significhi davvero vivere in dittatura. Altro che Green Pass.
Colpisce la meravigliosa dolcezza di chi sceglie la vita missionaria per vocazione e la drammaticità (con tanto di paura) che essa comporta. Lei, come tante altre religiose che spendono la propria esistenza a favore di poveri emarginati, lo dice pesando parola per parola. «Avete un’idea di come le donne vivano davvero laggiù?». Non aggiunge altro. Chiede scusa per il suo italiano “zoppo”, ma più volte suor Bhatti fa capire che ciò che la televisione riporta è solo una minima parte della vita di quel popolo. Lei, che ha preso uno degli ultimi voli da Kabul prima del sanguinoso attentato, insieme alle poche altre religiose rimaste e ai ragazzi loro affidati. Loro, ultime, dopo aver messo in salvo tutto ciò che era possibile salvare.
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VENERDI’ 29 OTTOBRE