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Mariti e compagni violenti, il questore: «fidatevi e affidatevi alle Forze dell’Ordine, denunciate»

In caso di violenze e maltrattamenti «alle donne dico di fidarsi e di affidarsi alle Forze dell’Ordine, che staranno sempre al loro fianco. Ai “Barbablù” di oggi, invece, voglio ricordare una frase presente nel Talmud (uno dei testi sacri dell’Ebraismo, ndr) : “State molto attenti a far piangere una donna perché Dio conta le sue lacrime. La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco, per essere uguale. Un po’ più in basso del braccio, per essere protetta. Dal lato del cuore, per essere amata”». Così il questore di Novara, Rosanna Lavezzaro, ha concluso, l’altro pomeriggio al teatro Coccia, l’appuntamento “Ahi, storie segrete. Dove, dove trovarle? Un incontro per raccontare la finzione e la realtà”, voluto dalla direttrice del teatro, Corinne Baroni, per avvicinare il pubblico all’opera “Il castello di Barbablù” andato poi in scena sul palco di via Fratelli Rosselli sabato e domenica. In dialogo col questore e Baroni, lo scrittore e storico novarese, già Novarese dell’Anno, Marco Scardigli.

L’incontro ha preso il via dai primi versi dell’opera di Bartòk, occasione per parlare dei “Barbablù” presenti nelle pagine della letteratura e in quelle dei giornali. Barbablù rappresenta, nella fiaba, l’uomo che usa violenza, l’archetipo dell’uxoricida, di chi, per possesso, uccide la propria moglie, la compagna di vita. Scardigli ha evidenziato un ‘humus di violenza’, che ha rintracciato, ripercorrendo le pagine dei giornali locali anche del secolo scorso. «Ho trovato giustificazioni di quei fatti. Sino al secolo scorso – ha riferito – si registrava un alto livello di accettazione di questi atteggiamenti di violenza».  Il questore ha ricordato come il Barbablù odierno possa essere chiunque: «nella società odierna è un manager, un libero professionista, un disoccupato, il ricco come anche il povero, un giovane come anche un vecchio. Un fenomeno trasversale tanto per cultura, quanto per posizione economica e sociale». 

Articolo completo sul settimanale in edicola venerdì 29 ottobre

Monica Curino: