Si è aperta oggi, con una messa presieduta dal vescovo Franco Giulio nel palazzetto dello sport di Omegna, la fase diocesana del cammino sinodale della Chiesa universale e quello della Chiesa italiana sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Presenti rappresentanti da tutti i vicariati e di diverse associazioni e movimenti laicali.
Il cammino sinodale: la diocesi di Novara insieme alla Chiesa universale e italiana
Due percorsi un unico orizzonte: mettersi all’ascolto «dal basso» – come ha richiamato più volte il Papa – per camminare insieme.
I due itinerari si intrecciano: il primo si articolerà su tre anni – dal 2021 al 2023 -, mentre il secondo si concluderà con l’assemblea ecclesiale nazionale nel 2025. Entrambi prendono il via nelle diocesi, proprio con un momento di ascolto.
Le comunità saranno chiamate ad approfondire un interrogativo «fondamentale», come viene definito, a cui tutte le diocesi sono chiamate a rispondere: «Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, “cammina insieme”: come questo “camminare insieme” si realizza oggi nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?». Per favorire il confronto, saranno proposte alcune serie di domande “pratiche” racchiuse all’interno di dieci ambiti tematici, che parrocchie, associazioni e movimenti potranno utilizzare come traccia per il lavoro. Entro aprile 2022, poi, dovrà essere prodotta una breve sintesi, che servirà per redigere un documento delle varie chiese nazionali come punto di partenza per proseguire il cammino.
Le modalità con le quali si articolerà il lavoro in diocesi, saranno definite dopo un incontro proposto dalla Cei con rappresentanti da tutta Italia in calendario nei prossimi giorni.
Il vescovo Franco Giulio: «Partecipazione per uno stile nuovo»
«Non partiamo da zero – ha detto il vescovo nella sua omelia -. Il percorso del sinodo universale si snoderà per tre anni, che coincideranno con i primi tre di quello della chiesa italiana, che proseguirà sino al 2025. Qualcuno si domanda come sarà questo lungo cammino, di quali azioni lo riempiremo. Non partiamo da zero. Serve semplicemente uno stile nuovo per continuare il cammino».
Cambiare stile, dunque, prima che inventare nuove iniziative. Cambiare logiche proprio per trovare nuove proposte. E la chiave, ha spiegato il vescovo nell’incontro con movimenti e associazioni alla chiesa di Bagnella che ha preceduto la celebrazione, è nella seconda parola delle tre che caratterizzano questo itinerario: “partecipazione”.
«La “comunione” indica il momento in cui incontriamo il Signore, il modo in cui “rimaniamo” con lui. La “missione” è il modo in cui lo annunciamo e lo testimoniamo agli altri. La “partecipazione” è il nodo che lega questi due momenti del vivere cristiano». E a indicare la strada di questo stile rinnovato di partecipazione è lo stesso Gesù «”che non è venuto per farsi servire ma per servire” – ha sottolineato il vescovo commentando il vangelo di Marco proposto nella liturgia -. Ma il suo servire non è un servire che si colloca anzitutto nella dimensione sociale. E’ un farsi servo per mostrare il Padre»