La chiesa parrocchiale del Sacro Cuore ha ospitato, mercoledì mattina 29 settembre, la celebrazione per la ricorrenza di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. A officiare la messa, monsignor Fausto Cossalter, vicario generale della Diocesi, con don Fabrizio Poloni, cappellano dalla Polizia di Stato, don Gigi Usurini, cappellano del carcere e don Tiziano Righetto, parroco del Sacro Cuore. Presenti il questore Rosanna Lavezzaro, i rappresentanti delle altre Forze di Polizia e le principali autorità civili, tra cui il prefetto Francesco Garsia, il procuratore Giuseppe Ferrando, la direttrice del carcere Vittoria Menenti, il sindaco Alessandro Canelli, il vicesindaco Franco Caressa, l’assessore alla Sicurezza Luca Piantanida e, per la Provincia, la vice presidente Michela Leoni.
«In questo giorno di festa – ha riferito don Cossalter – la massima riconoscenza per quanto fate quotidianamente nel vostro difficile lavoro, un impegno che si è visto ancor di più in questo anno e mezzo di pandemia. L’agente di Polizia di Stato è prima di tutto un figlio, un marito, uno sposo, una madre, una figlia, una sorella, un fratello, che opera per il bene comune. Vi prendete cura della comunità, siete i nostri angeli custodi». Il questore Lavezzaro: «il mio ringraziamento va a tutti voi che avete partecipato alla celebrazione e, in primis, ai nuovi arrivati, a chi è a Novara da poco, come il prefetto Garsia e il procuratore Ferrando. Se da un lato c’è chi arriva, dall’altro voglio far un saluto a chi va, a chi vive l’ultima volta la celebrazione di San Michele, Massimo Di Belardino, a lungo impegnato in Procura, Rocco Zoccali, altro baluardo della Questura e a Giuseppe Calderaro, per molti anni alla guida della Polfer. Ultima festa di S. Michele anche per la nostra Alice Rolando, che, appena giunta, ha già portato brillanti risultati. Nella nostra professione capita spesso di trovarci davanti a situazioni che si complicano. Dobbiamo sempre ricordare di essere la prima risposta dello Stato al cittadino. Spesso siamo davanti a persone fragili, in difficoltà. Di questa fragilità dobbiamo tenerne conto. Dobbiamo essere il poliziotto che ciascuno di noi vorrebbe trovarsi davanti, trovando il miglior equilibrio possibile. Voglio ricordare oggi anche don Antonio Coluccia, nominato poliziotto ad honorem, per il suo scendere in strada, a Roma, per combattere la criminalità. Ai ragazzi ricordo sempre una frase che amo molto: “Se potete scegliere tra essere giusti ed essere gentili, siate gentili”».