Alessandro Barbaglia nei tre finalisti al Premio Strega ragazzi

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Alessandro Barbaglia
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Il novarese Alessandro Barbaglia, con “Scacco matto tra le stelle”, libro per bambini scritto dall’autore lo scorso anno, è tra i finalisti del Premio Strega per il settore dei libri per ragazzi e ragazze, nella categoria, dunque, 8+.

Il libro, ambientato sul lago d’Orta, ha per protagonisti Tichi e Vichi, due ragazzini. Un volume che racconta un’amicizia davvero speciale. Si tratta del primo libro per ragazzi di Barbaglia, scrittore e libraio. Barbaglia ha pubblicato, in questi ultimi anni, “La locanda dell’ultima solitudine”, “L’Atlante invisibile” e “Nella balena”. Il primo è stato anche nei sei finalisti del Premio Bancarella 2017. Barbaglia, commentando sui social la notizia, dapprima fa parlare i due protagonisti del libro: “- Tichi.. – Dimmi Vichi. – Siamo in finale. – All’europeo di Calcio? A quello di Pallavolo? Nei cento metri? Con Bebe Vio? Arrivi tardi, Vichi… – No, Tichi: al Premio Strega ragazze e ragazzi. – Non ho capito. – Siamo nella terzina dei romanzi finalisti. – Scusami Vichi, continuo a non capire… – Io sì. Se vinciamo: la Strega la fai tu”.

E ancora: “ho un imbuto al centro del cervello in questo momento. Anche le dita mi sembrano ingarbugliate. Tutto s’incastra e s’inceppa, parole, emozioni, vibrazioni. Riconoscenza, tanta, tanta, tantissima riconoscenza per Maria Paola Romeo, Marta Mazza e Mondadori – Libri per Ragazzi, Grandi & Associati – Agenzia Letteraria, soprattutto. E Ilaria Urbinati. Ma già so che dimentico qualcuno, scusate è colpa dell’imbuto. E’ una gioia grande per me, vi voglio dentro tutti. Il fatto è questo: “Scacco matto tra le stelle” (Mondadori – Libri per Ragazzi) è in finale al Premio Strega ragazze e ragazzi. E’ nella terzina dei romanzi finalisti nella categoria 8+. Del Premio Strega. Ragazze e Ragazzi. Ora lo rileggo perché non ci credo. Tito, Vitoria, Nonno Ingranaggio, la Irma, il Lago d’Orta, Miasino… Gianni Rodari qui e là… Non so bene cosa dire. Sono molto emozionato. Un po’ è come aver detto, lo scorso settembre: “Tito, Vittoria, vi voglio proprio bene. Sono felice che voi ci siate. Buone storie”. E vederli tornare oggi per dirmi: “Ehi, lo sai dove siamo stati?” “No ragazzi, raccontatemi tutto!” E restare senza fiato”.