Il nuovo Novara calcio non è ancora iscritto al prossimo campionato di serie D che c’è gà deve affrontare delle avversità. Alla vigilia della presentazione della documentazione alla Figc (scadenza il 24 agosto), il nuovo patron Massimo Ferranti si trova infatti alle prese con i dubbi sollevati dalla cordata che ha perso il bando indetto dall’amministrazione comunale. Lo sconfitto, Enea Benedetto che opera nelle energie rinnovabili, lo accusa «di essere legato ad un soggetto giuridico che sembra contrario alle norme etiche sportive».
«Abbiamo partecipato in sinergia con molte parti sportive della città (e non) a questa manifestazione per rilanciare il calcio novarese. Non conosco personalmente chi ha vinto e non voglio esprimere giudizi in questo senso però ciò che rappresenta, ovvero il soggetto giuridico a lui collegato è piuttosto contrario a quelle che sono le norme dello sport e del calcio e al codice etico della Uefa, mi riferisco in particolare al “Codice etico FIFA, articolo 26, secondo paragrafo e al Quadro disciplinare UEFA, aricolo 12, paragrafo 2b”. Dal mio punto di vista c’e stata una leggerezza quanto mai grave da parte dell’amministrazione Comunale di Novara. Non si sta parlando di una scampagnata ma di affidare la ripartenza del movimento calcistico della seconda città più grande del Piemonte ad una società collegata alle scommesse e ad altre situazioni che non sono conformi. Credo che i tifosi del Novara siano secondi come importanza solo al Torino. Non mi interessa l’aspetto che abbiano preferito un lombardo ad un progetto piemontese, vorrei tralasciarlo, ma piuttosto che si preferisca ad un progetto che aveva al suo interno la collettività, la partecipazione della città, l’eco sostenibilita e la transizione ecologica-digitale a chi invece fa di mestiere scommesse e gioco d’azzardo. Un tema che dovrebbe essere approfondito. Abbiamo chiesto stamattina attraverso PEC di poter avere il dettaglio degli eventi che hanno portato la giuria a tale scelta ma a distanza di 12 ore non ci è stato risposto nulla.
Il nostro era un progetto sportivo fatto da persone che si occupano di sport. Il primo anno in serie D avremmo dato spazio a chi ha già ottenuto promozioni in questa serie per riportare subito il Novara dove gli compete, ovvero tra i professionisti. Un progetto di risalita immediataì perchè la città non deve stare in D più di un anno, non avrebbe senso. Il tutto fatto, ribadisco con un investistimento sostenibile. Forse all’amministeazione può aver dato fastidio che chiedevamo l’impegno che lo stadio “Silvio Piola” fosse dato in modo prevalente a noi e gratuitamente. Sarebbe stato meglio capirsi e confrontarsi, non lo abbiamo voluto disturbare il sindaco, credo però che per dire che l’altro progetto sportivo sia migliore bisognerebbe quantomeno argomentarlo».
Benedetto aveva già provato a rilevare il Novara da Maurizio Rullo. «Avevamo chiesto a Rullo e De Salvo di saldare i loro debiti generati fino al 31/12/2020 e dal 2021 in poi ci avremmo pensato noi. Cripto valute? Avevamo in programma di proseguire con il progetto Token, il Novara era l’unica società in terza serie già ad averlo attuato. Questo permette ai tifosi di essere attivi alle decisioni del club con ad esempio sondaggi periodici oltre che avere una serie di bonus».
Al bando inizialmente avrebbe dovuto partecipare la cordata legata a Daniele Barbone che ha poi fatto un passo indietro. «Se avesse partecipato lui forse non l’avremmo fatto noi – dice ancora Benedetto -. Credo che avremmo comunque poi potuto collaborare insieme mettendoci a sistema. Noi seguendo gli aspetti sportivi e lui aspetti tradizionali legati alla città rilanciando il brand Novara. Si potevano avere ricadute lavorative e turistiche non indifferenti. Noi ci occupiamo di innovazione ecologica e digitale. Noi ora vorremo far chiarezza sulle dinamiche e stiamo alla finestra. Il nostro progetto era tagliato perfettamente per Novara.
Quello che mi spaventa è ciò che rappresenta colui che si è aggiudicato il bando – cobclude -. Sarebbe aprire le porte ad altre situazione analoghe».
Il sindaco Alessandro Canelli così replica: «Noi abbiamo valutato e scelto chi dava più credibilità sportiva ed economico-finanziaria. Senza credibilità di questo tipo, come ampiamente dimostrato, non si può fare calcio. Quello che mi interessa è che rinasca il calcio a Novara. La nuova proprietà ha un imprenditore serio e solido che produce servizi, che fa forniture di software. Non è proprietario di aziende che fanno scommesse. Quindi capisco la delusione di chi non è stato individuato e mi spiace ma quello a cui l’amministrazione doveva tenere conto era la sicurezza della ripartenza del progetto Novara calcio».