«Per prima cosa doveroso scusarmi per il disagio creato alla città alla tifoseria e alle istituzioni».
Leonardo Pavanati, patron e presidente del Novara calcio, inizia così il suo discorso al centro sportivo Novarello per spiegare la bocciatura (per ora) all’iscrizione del campionato di serie C da parte della Covisoc.
Il Novara presenterà ora ricorso entro martedì per poi avere la risposta entro giovedì dal Consiglio Federale. Pavanati si è appoggiato, per provare a risolvere questa spigolosa situazione, all’avvocato Cesare Di Cintio.
«E’ stata una sorpresa tanto che durante la preparazione dei documenti ritenevano di aver fatto tutto nel rispetto delle norme – prosegue Pavanati -. Abbiamo agito in buona fede. Siamo partiti dalla fideiussione tramite Generali che abbiamo otteuto in tre giorni e che mio figlio ha personalmente portato a Firenze. Abbiamo poi provveduto agli adempimenti e ai pagamenti utilizzando conti personali per quasi 900mila euro, ho corrisposto pagamenti fiscali con società di proprietà per 1milione 400mila. A causa di qualche problema dei correnti del Novara calcio siamo stati autorizzati per utilizzare i nostri conti. Abbiamo usato una prassi per noi normalissima. Ricordo anche che ancora non abbiamo accesso al cassetto fiscale per avere l’esatta fotografia, tanto che abbiamo pagato 600mila euro in più di quanto preventivato. Giovedì 8, abbiamo atteso tutto il giorno fino alle 23,45 con l’organico di controllo che non ritiene idonea l’iscrizione. Abbiamo pagato l’inesperienza mettendoci in una posizione difficile. Tecnicamente abbiamo operato una compensazione e surrogazione dei debiti fiscali del Novara su società nostre, il pagamento per l’Agenzia delle Entrate è corretto, tra l’altro fatto in questo modo vuol dire avere un obbligato e un co-obbligato, le mie società sono una ulteriore blindadura di sicurezza.
Inoltre ci è stato sollevato un problema per tre pagamenti oltre la data del 28 giugno, in realtà i pagamenti sono iniziati anche prima ma la quietanza è arrivata dopo. Queste notizie mi hanno allarmato e siamo certi di essere nel giusto. Penso ci sia un modo per una soluzione, stiamo operando il ricorso ribadendo che per ora il tutto mi è già costato 2milioni e 400 mila euro.
Non siamo venuti a cercare di fare dei danni, non è stato voluto. Nell’avvocato Cesare Di Cintio ho trovato una sponda di conforto e assistenza, sono abbastanza sereno pur se la situazione è delicata. Non era il primo biglietto da visita che volevo portare ma, ribadisco il tutto è stato fatto in buona fede, mi scuso ancora.
Per me era un iter burocratico normalissimo, non abbiamo preso il Novara calcio come passatempo quindi la delusione è stata totale, qualche spiraglio lo vediamo dobbiamo solo allinearci all’ambito tributario.
Cosa dice Di Cintio? Che c’è la possiamo giocare, abbiamo agito in buona fede perché abbiamo pagato anche se non ottemperando nei modi dovuto o richiesti però posso spiegare perché ho agito così.
Cosa succederà se dovesse andare male? Il Novara non lo lascerò».