“Oggi ho avuto l’ennesima conferma della complessità dell’ambiente carcerario e di quanto sia necessario confrontarsi con chi conosce a fondo le dinamiche che lo regolano per riuscire a intervenire sulle condizioni di vita dei detenuti, ma anche per migliorare la qualità del lavoro e la sicurezza delle molte figure professionali che operano nei penitenziari”. Sono le prime parole del vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, oggi, sabato 19 giugno, al termine di una visita alla Casa circondariale di Novara insieme al Garante dei detenuti Regionale Bruno Mellano e al Garante Comunale, don Dino Campiotti.
La mattinata è stata l’occasione per un confronto con la direttrice Maria Vittoria Manenti e i sui collaboratori. “Ci sono questioni che vanno risolte a livello di sistema paese – dichiara il consigliere – a partire dallo stanziamento di maggiori risorse per assumere più personale con funzioni socio-educative, psicologiche e di mediazione culturale. Questo migliorerebbe le condizioni di lavoro di chi già opera, spesso in condizioni di forte stress, e permetterebbe di offrire un servizio migliore anche nei confronti dei detenuti. Abbiamo degli esempi virtuosi a livello nazionale – come ad esempio Bollate – che devono diventare normalità. Ma servono risorse, progettualità e un forte scambio con il mondo esterno”. Altre questioni riguardano, invece, la realtà novarese: “Non è più rinviabile, ad esempio, l’assunzione di una terza figura educativa, prevista in organico da tempo, considerato che al momento sono solo due per un totale di circa 170 detenuti”, spiega Rossi, che, in veste di vicepresidente della Commissione Sanità, ha visitato l’infermeria del carcere. “Il primo dato rilevante è che nel carcere di Novara si è registrato un unico caso di Covid, subito isolato e che la campagna vaccinale al momento ha coperto il 75% della polizia penitenziaria e oltre il 60% dei detenuti, a testimonianza di un servizio che offre delle garanzie, anche se proprio gli operatori hanno segnalato la necessità di figure professionali specifiche come chirurghi, ortopedici e urologi. Un’istanza che porterò all’attenzione sia di Asl sia dell’ordine dei medici chiedendo di sensibilizzare i colleghi a tal proposito”.
Per quanto riguarda le dotazioni sanitarie interne al carcere, inoltre, come suggerito a più riprese dal Garante regionale, sarebbe opportuna una riqualificazione della ormai dismessa sezione femminile: “Occorrono i fondi necessari – conferma Rossi – per trasformare un edificio al momento abbandonato in una struttura sanitaria moderna e funzionale”.
In tema di strutture il Consigliere, che ha visitato parte delle zone detentive, gli spazi dedicati alle aule e alla tipografia, ha voluto riportare la segnalazione dei sindacati rispetto alla situazione del quarto piano della caserma agenti che necessiterebbe di interventi di sistemazione.
“Mi auguro – conclude Rossi – che ci sia la giusta attenzione da parte delle istituzioni preposte sulla situazione di Novara, dove, nel giro di pochi anni, tutti i principali referenti interni alla struttura cambieranno per diverse ragioni: un nuovo direttore, un nuovo commissario e anche nuovi educatori. Credo sia fondamentale pensare a come progettare il futuro senza perdere di vista l’importante lavoro svolto in questi anni”.