È stato inaugurato questa mattina, venerdì 21 maggio, all’Istituto Bonfantini di Novara, un roseto in memoria di Cristina Mazzotti, la giovane di soli 18 anni che, rapita dalla sua casa nel Comasco il 26 giugno 1975, è stata ritrovata priva di vita ai primi giorni di settembre dello stesso anno in una discarica al Varallino di Galliate.
A precedere l’inaugurazione, il convegno “Riflettiamo sulla legalità, il valore della vita”, promosso dalla professoressa Gabriella Colla, referente per l’Educazione alla legalità dell’Ufficio scolastico provinciale. Un convegno che, dopo i saluti di Colla, del dirigente scolastico Vincenzo Zappia, per la Provincia di Novara di Andrea Crivelli, consigliere con delega all’Istruzione, e di Ivan De Grandis, consigliere con delega alle Politiche giovanili, del dirigente della Squadra Mobile della Questura, Massimo Auneddu (per il Questore Rosanna Lavezzaro), ha ospitato numerosi relatori. Relatori moderati dal giornalista Gianfranco Quaglia, presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
A intervenire Renato Ambiel, giornalista della Stampa, che seguì interamente la vicenda, sin dal ritrovamento del corpo della giovane fino alla conclusione del processo, che fu celere e portò a numerose condanne all’ergastolo, Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, a rappresentare la Fondazione che ne porta il nome, Fondazione fortemente voluta dal padre Helios, Corrado Canfora (pubblico ministero del processo Mazzotti, già Procuratore della Repubblica di Novara), Marilinda Mineccia, procuratrice della Repubblica di Novara sino a maggio dello scorso anno e Cristina Ceruti, autrice di una tesi di laurea sul sequestro Mazzotti. Grande la commozione in molti degli interventi, in particolare da chi, quei giorni, li ha vissuti come pm e come giornalista. Ma anche da tutti gli altri relatori. “Cristina – come ha riferito Ceruti – 18enne per sempre”. Una ragazza strappata alla vita nel fiore degli anni, da una criminalità organizzata dominata dal solo valore del denaro.
A chiusura del convegno, l’inaugurazione del roseto, alla presenza anche del commissario della Polizia di Stato, Veronica Maffi.
“Il contributo del Bonfantini per perpetuare il ricordo di Cristina Mazzotti attraverso la progettazione, l’impianto e la cura del roseto – spiegano dalla scuola diretta da Zappia – vuole essere un omaggio alla memoria della 18enne, rapita nel giugno del 1975 e trovata morta, tra i rifiuti di una discarica del Varallino a Galliate, il settembre successivo. In omaggio a Cristina, sulla locandina che annuncia l’inaugurazione del roseto sono stati riportati alcuni versi della poesia “Consolazione a monsieur Du Perier” di Francois de Malerbe: “Ma lei era del mondo dove le più belle cose hanno il peggior destino. Da rosa ha vissuto quanto vivono le rose, lo spazio di un mattino””. “Credo che un’istituzione scolastica come il Bonfantini – ha riferito Zappia – debba partire dall’iniziale sensazione di incredulità di fronte a fatti di tale malvagità e operare per trasformarla in memoria, conoscenza e consapevolezza per le generazioni di oggi. Memoria, perché ricordiamo il sacrificio di una ragazza che poteva essere una nostra alunna. Conoscenza e consapevolezza perché purtroppo la vicenda ci insegna che il male può essere anche accanto a noi e le armi per combatterlo sono anche quelle, culturali e sociali, che la scuola fornisce. La cura di questo angolo, a disposizione di tutti i cittadini, sarà il nostro modo ricordare una giovane vittima innocente”.
Come ha riportato Colla, viene lanciato anche l’hashtag #rememberCriCri (CriCri era il nome affettuoso con cui la giovane era chiamata in famiglia e dagli amici).
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