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Ecco come la Polizia scientifica ha identificato la donna carbonizzata nell’incidente di Borgomanero

Grazie a un’intuizione degli uomini della Polizia scientifica della Questura di Novara è stato possibile, negli scorsi giorni, giungere a identificare con certezza la donna morta carbonizzata nell’incidente stradale che era avvenuto a Borgomanero nella serata dello scorso 6 aprile. Vittima del sinistro, Alexandra Baiorskaia, cittadina russa di 47 anni, che risiedeva a Suno con il figlio 17enne.

«Un lavoro davvero degno di nota – ha spiegato questa mattina, martedì 20 aprile, in conferenza stampa, il questore di Novara, Rosanna Lavezzaro – Un risultato frutto di un lavoro di grande precisione svolto dalla nostra Polizia scientifica. Partiamo da quest’operazione per fare un bilancio dell’ufficio, per presentare altri risultati raggiunti e per far capire, illustrando la complessità di queste procedure di identificazione e riconoscimento, l’importanza della Polizia scientifica. Un ufficio che appare poco, ma che fa molto, con agenti che devono svolgere un lavoro ‘sporco’, difficile, emotivo, faticoso, con molte ore, come in questo caso di Borgomanero, a lavorare in un obitorio. Il lavoro degli agenti attivi in questo ufficio è spesso alla base delle nostre indagini ed è determinante. Spesso si parla dell’aspetto finale di un’indagine, come può essere un arresto, ma alla base c’è un lavoro significativo della Scientifica. Dall’aprile dello scorso anno, grazie al lavoro svolto dalla Scientifica, sono stati almeno sette i casi di furti e rapine risolti, con l’individuazione degli autori. Un risultato – ha concluso il questore – ancor più significativo, se si pensa che la nostra Scientifica è la più ridotta, in termini di numeri, di tutto il Piemonte. Una squadra ridotta, ma che porta grandi risultati e i cui risultati assumono pertanto un peso specifico maggiore».

A spiegare il percorso che ha portato all’identificazione della donna, il dirigente della Polizia scientifica di Novara, Paolo Campese: «Siamo rimasti sul luogo dell’incidente sino alle 4 del mattino, quando poi il corpo è stato portato in obitorio. Qui, coordinati dal magistrato, Giovanni Castellani, abbiamo cercato qualche traccia utile all’identificazione della persona. Che fosse una donna era emerso subito. In quel momento occorreva identificare il cadavere con certezza. Un lavoro complesso e molto difficile. Una laboriosa tecnica di assunzione delle impronte digitali da un corpo interamente carbonizzato. Abbiamo potuto operare solo sulla mano destra e farlo mediante il metodo dell’inchiostro e dopo una speciale tecnica di infiltrazione di liquido restauratore ‘post mortem’, inoculato alla base di ogni singolo polpastrello, che ha portato a un rigonfiamento del derma superstite» e a far emergere quanto era necessario. 

La ricostruzione è stata quindi inviata al Gabinetto interregionale di Polizia scientifica di Torino, diretto da Davide Baldi e, con Andrea Giuliano, responsabile del settore Dattiloscopia e tra i massimi esperti di impronte, è stato possibile accertare l’identità della vittima. Una donna di origini russe che, in quanto straniera, era già stata sottoposta a rilievi dattiloscopici per il rilascio del permesso di soggiorno. Giuliano, che ha riferito anche come l’avvio della Polizia scientifica avvenne nel 1902 con il suo fondatore, il professor Salvatore Ottolenghi, e proprio in un obitorio, ha rimarcato la difficoltà dell’operazione compiuta dagli agenti novaresi: «in letteratura disponiamo di molte tecniche, ma quella con cui operare sui corpi carbonizzati è la più complicata. Tra l’altro è importante rilevare un aspetto: il riconoscimento è stato reso possibile grazie al fatto che la donna era di origini straniere. Non sarebbe accaduto lo stesso in caso di persona italiana. A meno che le sue impronte non fossero state registrate per fatti di cronaca». Un aspetto che ha ribadito anche Balbi, ricordando il suo impegno in Liguria: «Abbiamo registrato forti difficoltà nel riconoscimento di molti dei corpi in occasione del crollo del Ponte Morandi».

Tra gli episodi risolti grazie alle tecniche e alle procedure degli agenti della Polizia scientifica, un furto alla palestra della Libertas dell’aprile dello scorso anno, un furto di pregiati vini e liquori a un’enoteca, una rapina perpetrata lo scorso settembre ai danni di un rappresentante, come anche la rapina in una tabaccheria. Un lavoro, dunque, quello della Scientifica, magari sotto traccia, poco conosciuto, ma che in realtà risulta molto importante e consente di arrivare a risolvere molti casi, in particolare anche episodi di furti in appartamento, che sono uno dei reati che maggiormente colpiscono, perché violano l’intimità di una persona. Altrettanto importante l’attività della Scientifica in episodi di truffe ai danni di anziani.

 

Monica Curino: