Nel settembre del 2013 Enrico Marcioni diventava parroco di Grignasco, prendendo il posto di Gianfranco Regalli. «Ricordo bene quella giornata – racconta il don – Avevo deciso di incontrare la comunità per la prima volta in oratorio, per poi terminare con la processione fino alla chiesa parrocchiale, seguito anche dai ragazzi di Bellinzago Novarese, la parrocchia che avevo appena lasciato. Per me quella presenza fu fondamentale, poiché testimoniava una specie di “staffetta” volendo mettere al centro della comunità l’Oratorio».
Negli anni i Grignaschesi hanno imparato a conoscere il nuovo parroco, che ha portato con sé novità e proposte, oltre che fornire una presenza di costante supporto alla sua gente. Alla base c’è un’idea semplice quanto efficace di “comunità”, che «non si limita alle persone che vengono in chiesa, ma ogni abitante della parrocchia, verso cui sono in un certo modo responsabile – spiega Marcioni -. Il mio primo pensiero è quindi quello di coinvolgere tutti, giovani e non». Anche perché la formazione del credente «non deve limitarsi al catechismo, ma continua tutta la vita – prosegue don Enrico -. Per questo negli anni ho cercato di attivare (o riattivare) il maggior numero possibile di proposte, destinate a tutte le fasce d’età; penso all’attività dei gruppi di azione cattolica, il post catechismo, i centri estivi per i ragazzi. Ma anche a “l’ora del Te” o “ricAmare” – che produce un “kit di accoglienza” fatto a mano per ogni nuovo nato di Grignasco -, destinati alle persone più anziane».
Legato a queste attività c’è l’ambito della carità, altro tema caro a don Enrico, che spiega: «Con le offerte della comunità e da quanto raccolto anche grazie ad alcune iniziative, la nostra parrocchia supporta molte famiglie in vari modi, dal supporto economico al reinserimento nel mondo del lavoro tramite corsi di formazione». Con l’obiettivo di rendere queste persone autonome in futuro, e non «dipendenti dal nostro aiuto».
A complicare tutto però l’arrivo del Covid: « Fin da subito ho cercato di vedere le opportunità di questa situazione. Credo che possa essere una pausa fondamentale ed utile per tutti, per ripensare noi stessi e il nostro rapporto con gli altri – spiega don Enrico -. Se alla fine di tutto questo i rapporti sociali torneranno come prima ci troveremmo davanti a un fallimento: penso che invece debbano essere rivisti e ricalibrati tramite una prospettiva nuova, che prima della pandemia non avremmo colto». Questo cambiamento passa innanzitutto da una maggiore responsabilizzazione del singolo. « Puntare alla formazione della responsabilità dell’individuo è essenziale per una società migliore. Deve essere una rivoluzione sia nel nostro modo di pensare che nella legge, che ad oggi permette troppo lo “scaricabarile”».
I progetti per il futuro? «Per proporre iniziative la situazione è ancora troppo incerta, ma cerco un coinvolgimento ancora maggiore con le associazioni del territorio e con le altre parrocchie, così da costruire qualcosa di bello tutti insieme, appena sarà possibile». Conclude Marcioni