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Il padre naturale del piccolo Leonardo, Mouez Ajoui, alcuni amici e amiche dei due imputati e una baby sitter. Sono i testimoni ascoltati mercoledì 20 gennaio, in Corte d’Assise a Novara, all’ultima udienza del processo per la morte di Leonardo Russo, il bimbo di soli 20 mesi morto per le percosse il 23 maggio del 2019.
Alla sbarra, con l’accusa di omicidio volontario e maltrattamenti, si trovano la mamma Gaia Russo e l’ex compagno Nicolas Musi.
“Quando ho saputo della morte di Leonardo – ha detto Ajoui, assistito come parte civile dall’avvocato Alessio Cerniglia – sono stato male. Sono certo che Gaia non può aver fatto questo a nostro figlio”. Il teste ha anche aggiunto come, pur non avendo riconosciuto il piccolo, si sia preso cura di lui. E ha riferito come abbia smesso di andare a trovarlo quando Gaia ha iniziato la frequentazione con Musi. Non frequentava più l’abitazione da tempo e non vedeva né Gaia né il piccolo.
Una babysitter: “Mi diceva che Nicolas era un buon padre e che era cambiato molto dal passato. Mi è però capitato di vederlo in casa mentre consumava della droga”. In un’altra occasione ha raccontato come fosse andata con Gaia al consultorio. Leonardo rimaneva con Musi, una scelta che per la babysitter era troppo rischiosa: “Avevo notato – ha riferito – che, mentre uscivamo, stava fumando una ‘canna’”. Durante la visita c’era stata una chiamata tra Nicolas e Gaia e la babysitter ha detto di aver sentito i due parlare di una caduta del bambino dal lettino. Quel giorno, però, come evidenziato dalla Squadra Mobile, non c’era stata alcuna caduta. Leonardo sarebbe stato malmenato da Musi.
Prossima udienza mercoledì 27 gennaio, quando si attendono gli esami dei due imputati.