Da qualche anno ci è diventata familiare la parola “hashtag”. Un termine ormai diffuso che definisce quelle parole precedute sempre da un cancelletto, (il segno # che c’è su tutte le tastiere) che ci permettono, nelle nostre ricerche sui social, di trovare subito notizie o idee. Durante questi lunghi mesi di lockdown (un’altra parola inglese che ci è diventata – ahimè – familiare), siamo stati sollecitati da parecchi hashtag, il più noto è #andratuttobene (!), ma è gettonato anche #iorestoacasa. Il nostro settimanale diocesano non è stato da meno, invitandoci a condividere la forzata reclusione in casa dei mesi scorsi con #iolavivocosì, pubblicando poi i ricordi dei lettori nel libro #noil’abbiamovissutacosì. “Gli hashtag sono nati per il bisogno di creare una discussione e di coinvolgere gli utenti intorno a un determinato argomento”, dice una definizione del termine. E allora non mi sottraggo alla tentazione e all’inizio del tempo di Avvento anch’io ne lancio uno: #restiamosvegli!
Ecco cosa è l’Avvento per noi cristiani: un tempo speciale nel quale vivere più intensamente l’invito alla vigilanza, a #restaresvegli, così svegli da diventare, per chi ci incontra, un richiamo convincente e coinvolgente. Riprendendo le parole di Pietro, se sempre siamo chiamati a “rendere ragione della speranza che è in noi” (1Pt 3,15), oggi è necessario che risplenda più nitidamente la nostra testimonianza di uomini e donne di speranza. Mai come in questo tempo di ritorno dell’emergenza sanitaria, oltre alla giustificata preoccupazione per le pesanti ricadute sanitarie, economiche e sociali, con il doveroso e indispensabile rispetto e attenzione alle norme prudenziali per evitare ulteriori contagi, si corre anche il rischio della rassegnazione, di vivere giorno per giorno senza slancio, chiusi in se stessi, con l’unico desiderio che “passi il peggio”; è la speranza proposta dall’hashtag #andratuttobene, un desiderio certo legittimo e importante ma non sufficiente. Le quattro settimane che la liturgia della chiesa ci propone a partire da sabato sera e che ci immettono nel nuovo anno liturgico, sono invece un richiamo alla necessità di vivere un’altra attesa, di coltivare un altro desiderio e di nutrire un’altra speranza. È quella speranza che per noi si fa carne, che è entrata nella vita del mondo per accompagnare e dare senso alle fatiche e alle preoccupazioni degli uomini e delle donne di ogni tempo perché non si sentano mai soli, non restino schiacciati dalle fatiche, e non si addormentino nell’aridità ma si aprano ad un “oltre sé”. Vigilanza e attesa sono allora gli altri nomi dell’Avvento. Un tempo nel quale non possiamo limitare i nostri desideri solo a qualcosa che riempia le nostre vite, anzi, a tanti “qualcosa” che non la soddisfano mai pienamente e che devono essere continuamente rimpiazzati da tanti altri “qualcosa”, quasi all’infinito… L’Avvento invece, ci dice che il nostro desiderio deve essere rivolto a Qualcuno. A un Bambino che è nato a Betlemme e che da allora non si è più dimenticato di noi, perché è il “Dio-con-noi”. È Lui la speranza della nostra vita verso la quale tendere, è Lui la ragione per la quale nessuna avversità può interrompere il nostro cammino, è Lui che ci chiede di #restaresvegli. Svegli per cogliere i tanti piccoli o grandi segni della Sua presenza in questa storia tormentata e affascinante; svegli per leggere, anche a causa della crisi planetaria che stiamo vivendo, i sempre più numerosi bisogni dei nostri fratelli. Svegli per fare la nostra parte per rendere migliore il mondo che il Signore ci ha affidato. Perché Lui si fida di noi! Nel Vangelo che ascolteremo domenica ce lo ricorderà ancora una volta Lui stesso, con queste parole: “È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque […] fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.” (Mc 13, 34-36). Chiunque nei prossimi giorni si imbatterà nell’hashtag #restiamosvegli, se vorrà saperne di più, dovrà rivolgersi a qualsiasi cristiano, chiamato per vocazione ad essere esperto in vigilanza. Buon cammino di Avvento!
Don Fausto Cossalter
Vicario generale della Diocesi di Novara
Sul nostro giornale in edicola un ampio servizio sull’Avvento con un racconto attraverso le voci dei Sacerdoti delle Comunità della nostra Diocesi.