Il pubblico ministero Silvia Baglivo aveva chiesto una condanna all’ergastolo con l’aggiunta di 18 mesi di isolamento diurno. La Corte d’Assise ha inflitto all’imputato, Rosario Saporito, il 42enne che il 2 novembre del 2019 ha ucciso con cinque colpi di pistola il fratello minore Daniele, alla pena dell’ergastolo.
La sentenza nella mattinata di oggi, venerdì 6 novembre, davanti alla Corte d’Assise di Novara. L’omicidio si era registrato nell’abitazione della famiglia in via Plinio, a Trecate.
La Corte, presieduta da Gianfranco Pezone, ha riconosciuto l’imputato colpevole di omicidio volontario premeditato e aggravato dal legame famigliare, porto e detenzione di arma clandestina, quella utilizzata per il delitto. Fissato anche un risarcimento di 280mila euro ciascuno per i due figli della vittima, che si sono costituiti parte civile nel processo e sono assistiti dall’avvocato Giorgio Legnazzi. Risarcimento da definire in sede civile per l’ex moglie della vittima, sempre assistita da Legnazzi.
Saporito, che si trova in carcere, era difeso dall’avvocato Giovanna Fadda. Ha sempre sostenuto di essersi difeso, ma la ricostruzione e gli accertamenti degli inquirenti hanno smentito la sua tesi.
Saporito era da poco rientrato dalla Sardegna, dove aveva lavorato per tutta l’estate. Quel giorno aveva raggiunto la casa del fratello, che riteneva avesse avuto una relazione con la sua ex fidanzata e cui addebitava anche la fine della storia. Dopo gli spari al fratello, era fuggito in direzione del Pavese, verso la Lomellina, dove abita l’ex compagna. All’epoca si era temuto anche per lei, tanto che i Carabinieri avevano organizzato una protezione della donna. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 15 giorni.