Omicidio del piccolo Leonardo: ascoltati gli agenti che si sono occupati delle indagini

0
[bsa_pro_ad_space id=2]

Primi testimoni, nella giornata di oggi, venerdì 30 ottobre, in Corte d’Assise a Novara, al processo per la morte del piccolo Leonardo Russo, deceduto il 23 maggio dello scorso anno a soli 19 mesi. Alla sbarra si trovano Gaia Russo, di 23 anni, mamma del piccolo e Nicolas Musi, 24, suo ex compagno. Sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato, maltrattamenti e lesioni, lei con una condotta più remissiva, per non essere intervenuta a bloccare quanto accadeva fermando il compagno, lui come autore delle azioni. Lei si trova ai domiciliari in una comunità, dove ha dato alla luce una bimba, lui in carcere a Ivrea. L’uomo oggi era presente, mentre la mamma del piccolo si trova in quarantena per una positività riscontrata a una persona nella comunità in cui vive. Sono assistiti dagli avvocati Simone Briatore e Carlo Alberto La Neve.

Proprio il Covid 19 stamani ha rischiato seriamente di bloccare il processo. Uno dei giudici popolari, infatti, è in isolamento domiciliare sempre per il virus; uno dei quattro giudici supplenti non ha potuto essere presente per altro impedimento di salute. La Corte ha optato comunque per proseguire, ricorrendo a un altro dei giudici supplenti.

Oggi i primi testimoni sono stati la dirigente della Squadra Mobile della Questura di Novara, Valeria Dulbecco, altri agenti che si sono occupati dell’indagine, il medico del 118 intervenuto sul posto e alcuni vicini di casa, tra cui quelli presenti nel momento dell’intervento del 118, quando è giunto a soccorrere il piccolo Leonardo, morto poi in ospedale.

Per la Procura Leonardo sarebbe deceduto a seguito delle violenze subite non solo quel giorno, ma anche nel periodo precedente. Parte civile contro i due, il padre naturale del bambino, Mouez Ajoui, assistito dall’avvocato Alessio Cerniglia. Parti civili anche la madre, la sorella e il padre adottivo di Gaia, rappresentati dall’avvocato Lucia Gallone. Chiedono i danni solo a Musi.

La dirigente della Squadra Mobile, ascoltata in aula per due ore, ha ricostruito l’intero percorso delle indagini, soffermandosi su diversi aspetti, in base anche a quanto richiesto dal pm Silvia Baglivo e dagli stessi avvocati. Dulbecco ha ricordato come già da qualche giorno prima del decesso del piccolo, una settimana, era stato aperto “un fascicolo in cui erano state raccolte le segnalazioni della zia di Gaia e di una educatrice. Le due donne avevano notato segni che mostravano come Leonardo – ha riferito la dirigente della Mobile – fosse trascurato, con sporcizia e diverse piaghe sulla pelle. Altre foto che ci erano giunte mostravano una serie di lividi sul bimbo”. La Polizia era intervenuta, ascoltando le due donne, ma purtroppo il 23 maggio il piccolino era poi deceduto. L’autopsia sul suo corpicino aveva subito evidenziato una serie di lividi, ematomi anche pregressi, anteriori alla giornata in cui il 118 era stato chiamato.

I vicini hanno riferito di frequenti liti tra i due e del momento in cui intervennero i sanitari. Prossima udienza il 4 novembre.