È scomparso domenica 19 luglio a Milano l’ultimo rappresentante del più celebre studio di architetti associati di Novara, l’architetto Lodovico Meneghetti. L’architetto, 94 anni compiuti lo scorso 2 giugno, era nato a Novara e aveva fondato lo studio con gli architetti Vittorio Gregotti, scomparso solo qualche mese fa (era lo scorso marzo), e Giotto Stoppino (scomparso nell’agosto del 2011), nel 1953. Da tempo risiedeva a Milano con la moglie e da tempo era malato.
Meneghetti si era laureato al Politecnico di Milano nel 1952; l’anno successivo, con Gregotti e Stoppino, ha fondato lo studio a Novara, un sodalizio che è stato poi attivo anche a Milano dal 1963. Nel 1969 il sodalizio poi si sciolse. Tra le realizzazioni dello studio, Casa Sforza a Stradella, ma anche a Novara, il memoriale per i quattro partigiani uccisi dai fascisti in piazza Cavour il 24 ottobre 1944, per il quale è in corso un progetto di restyling e valorizzazione.
Un impegno nel lavoro, per Meneghetti, ma anche nella politica. Fu assessore all’Urbanistica, ai Lavori pubblici e all’Edilizia privata del Comune di Novara tra il 1956 e il 1960. Sua ultima battaglia, quella per contrastare l’abbattimento dell’ex filatura Bossi di Cameri, opera dello studio Gregotti-Meneghetti-Gioppino. Solo pochi giorni fa, a Milano, aveva guidato una conferenza per spiegare il valore di quella realizzazione, il messaggio innovativo e attento che aveva con sé la struttura.