«Una preghiera che è dei cristiani, ma che in realtà è una preghiera di tutti, di uomini e donne di fede diverse, ma anche di chi non ha fede. La celebriamo nel cuore della città, perché abbiamo bisogno di rimettere al centro i più poveri». Con queste parole, mercoledì in piazza Duomo a Novara, Daniela Sironi, responsabile della Comunità di S. Egidio, ha introdotto “Morire di speranza“, riflessione in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa e il Nord del mondo. Un appuntamento promosso da S. Egidio per la Giornata del Rifugiato. Una piazza che ha visto la presenza di circa 300 persone (foto Agenzia Visconti).
«La preghiera – ha proseguito Sironi – ci aiuta a sollevare lo sguardo e a mettere i nostri occhi negli occhi di chi guarda con speranza al nostro continente e al nostro domani. Si muore di speranza per poter vivere una vita migliore ed essere liberati da miseria, guerra, violenza». Una riflessione, ha ricordato, nell’anniversario del primo viaggio fuori dal Vaticano di Papa Francesco, l’8 luglio 2013 a Lampedusa. E le parole del Papa sono tornate spesso. A presiedere la preghiera, don Giorgio Borroni, direttore della Caritas diocesana.
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