Sono ripresi in piazza del Popolo ad Arona i restauri della chiesa di Santa Maria di Loreto più conosciuta come Santa Marta. Le opere erano iniziate nel febbraio del 2019 su un progetto dell’architetto aronese Mario Ziggiotto, che si occupa pure della direzione dei lavori. Se non fosse subentrata l’emergenza sanitaria l’opera delle restauratrici e la posa dei quadri sarebbe già terminata.
«Stiamo viaggiando con tre mesi di ritardo, ma entro la fine dell’estate le operazioni saranno concluse – assicura Ziggiotto -. Le opere sono al 70 % del loro programma, si è effettuata una pulizia generale di tutte le pareti e degli stucchi, compreso la modanatura con i putti, scolpita in sasso di Angera, che cinge la parte superiore della chiesa».
Sarà messa mano anche alla “Casa di Loreto” che è riprodotta all’interno. Ha subito con il tempo delle infiltrazioni che hanno lasciato i segni e saranno eliminati. E’ in fase di recupero anche il prezioso dipinto che è collocato sopra l’altare interno. Sistemato il coro ligneo, attorno alla “Casa di Loreto”, e i supporti che lo reggono. Si occupa del recupero la “Fabrica Restauro Giorgio Perito” di Torino. Sul posto operano le restauratrici Chiara Gagiolo e Lucrezia Negri. Mario Ziggiotto, dirige le opere con esperienza e rinnovato entusiasmo: «Ogni giorno si scoprono cose nuove che prima non erano visibili, aspetti originali della costruzione e dei suoi dipinti e stucchi. Occuparmi di una chiesa storica della mia città è sicuramente motivo di forte emozione». Nel 2018 era stata restaurata la croce che si trova alla sinistra della navata centrale. La facciata, che si ammira dalla piazza salotto di Arona, era stata riportata al suo antico splendore nel 2014 con la pulizia dei marmi e la tinteggiatura. Nell’ultimo anno di apertura avevano visitato il luogo sacro oltre 140 mila persone, un numero eccezionale che rappresenta esattamente dieci volte gli abitanti della cittadina lacustre. Ziggiotto spiega: «Il tutto si è reso possibile grazie al sostegno dei Comune di Arona, della Fondazione Cariplo, della Crt e dell’Istituto San Paolo, queste donazioni rappresentano complessivamente il 70 % dei costi tra mano d’opera e materiali. Il restante 30 % è stato finanziato dalle offerte di benefattori. Il prolungarsi nella prosecuzione delle opere è dovuto anche alle ritardate uscite per i relativi sopraluoghi della “Soprintendenza ai beni artistici e culturali” sempre dovute alle restrizioni sanitarie».