Novara, Tribunale: una lenta ripresa

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Un decreto del presidente del Tribunale di Novara Filippo Lamanna,
emesso martedì, ultimo decreto di questo lungo periodo dell’emergenza Covid, sembra poter costituire un sollievo, o comunque una piccola panacea, per la giustizia novarese. Palazzo Fossati, come rileva Lamanna, «non è mai stato chiuso e, complessivamente, solo un quarto dei procedimenti civili e penali di questo periodo sono stati rinviati di 2, 3
mesi. A settembre, Covid permettendo, credo si recupererà quanto rimasto indietro». È anche vero che, dall’8 marzo, fase 1 dell’emergenza, come evidenziato più volte dall’Ordine degli Avvocati, dalla Camera penale e da tutto il mondo forense, le difficoltà sono state notevoli, con problemi nel parlare con le cancellerie (che hanno operato in modalità smart working e con ovvie criticità nel reperire i fascicoli) e attività ridotta, se non bloccata. Non è stato meglio dal 12 maggio, avvio della fase 2, sino quantomeno a martedì, con una sola aula e un solo giudice a disposizione per lo svolgimento dei processi penali, tanto del dibattimento quanto del Gip-Gup.
«Vista la situazione e la necessità di garantire la sicurezza del personale e degli utenti del Tribunale – spiega Lamanna – abbiamo attivato più fasi. Una prima in cui la maggioranza dei procedimenti è stata sospesa per legge e si
sono svolti solo quelli indifferibili. Poi si è succeduta una nuova fase, dove si è cercato di ampliare l’attività, sempre con un occhio alla situazione epidemiologica». In questi mesi, tra le scelte organizzative, quella di ridurre il personale attivo, con un rientro graduale fase dopo fase. «Adesso,
con questa settimana – riprende il presidente – vista l’evoluzione in
senso positivo della situazione sanitaria, abbiamo anticipato i tempi, facendo rientrare altro personale. Il ripristino completo sarà dal primo luglio». Un decreto accolto positivamente dalla Camera penale. «Apprezziamo la scelta – commenta il presidente Roberto Rognoni – della possibilità di fare più udienze e di avere a disposizione più personale di
cancelleria. Certo bisognerà vedere quante udienze in più si potranno fissare e se si utilizzeranno più aule o solo una. Sinora i problemi ci sono stati e avremmo avuto lo spazio per usare almeno due aule, quella multimediale e quella che dà sul lato di via Azario. Al Tribunale di Busto Arsizio, per fare un esempio, hanno lavorato con quattro aule e quattro giudici, tutte aule operative, al piano terra. Abbiamo avuto rinvii sino a fine 2020, ma anche al 2021».

Il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Piero Pollastro: «Il decreto di martedì è un passo in avanti. La situazione è oggettivamente difficile. Ora
tutto si sta assestando, non in maniera ottimale, ma migliora. Oggi
si palesano quelle carenze del settore giustizia, che già creavano problemi in sede ordinaria, e che, in casi eccezionali come questo legato al Covid-19, si acuiscono». L’avvocato Maria Lucia Infantino: «normalmente i processi si tenevano in tre aule, così il penale è stato sostanzialmente bloccato. C’è gente in attesa per processi delicati. Io assisto le parti civili della vicenda maltrattamenti ai disabili di Villa Varzi. Siamo un servizio essenziale. Sul
nuovo decreto attendiamo di vedere come sarà applicato». La collega Barbara Cocco: «è un problema anche di carattere ministeriale. Il Ministero non si rende conto di come funziona».

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