Gozzano si è risvegliata questa mattina in Serie D. Un sogno, quello del calcio professionistico per un paese di nemmeno 6.000 abitanti che finisce nel peggiore dei modi, per una decisione a tavolino della Federazione in conseguenza del blocco dell’attività dovuto al coronavirus. Se A e B torneranno in campo per cercare di finire completamente la stagione la C darà vita solo a playoff e playout, ma le ultime in classifica al momento della sospensione si ritrovano direttamente in D, senza poter provare a recuperare. Il Gozzano era a soli 6 punti dal quindicesimo posto, dunque dalla salvezza diretta, e le partite da giocare sarebbero state ancora 11, ma di questo nessuno a tenuto conto. Nello stesso modo sono stati sacrificati Rimini e Rieti negli altri gironi.
Piove quando arriviamo in piazza, ma qualche tifoso è comunque presente. C’è rabbia e costernazione. Si fanno foto con la maglia e la mascherina rossoblu tenendo in mano anche la giubba gialla del giovane portiere Crespi che qui a Gozzano pur essendo rimasto pochi mesi ha lasciato un gran ricordo.
La società ha emesso un duro comunicato per stigmatizzare la decisione che la FGCI ha preso ignorando i principi basilari del diritto: – Oggi si è scritta una delle pagine più brutte del calcio italiano e a trionfare non è stato né lo sport né il campo ma soltanto il virus e le conseguenti scelte politiche – Subito dopo ha informato i giornalisti l’inizio del silenzio stampa in attesa di conoscere gli sviluppi della situazione. E’ certo però che saranno intraprese azioni legali su tutti i fronti possibili, vista anche l’enormità del danno provocato dalle decisione della FGCI che, di fatto, stante l’uscita dell’AC Gozzano dai quadri dei professionisti determina lo svincolo di tutti i giocatori, tra cui molti giovani su cui si era investito parecchio.