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Riaperture fase 2, i negozianti: «Protocolli arrivati in ritardo e pochi aiuti economici ma teniamo duro»

Tra rigidi protocolli da seguire e difficoltà economiche per la lunga chiusura hanno rialzato la saracinesca anche i negozi di calzature e abbigliamento. «Una ripartenza in mezzo a tante difficoltà – ha detto Loris Autelitano di Calzature e Pelletteria Arianna -. La nostra clientela sta rispondendo, questo ci dà una spinta in più». Tra le linee guida da seguire le mascherine da indossare, distanziamento, igienizzanti, pulizia delle postazioni. «C’era voglia di tornare a comprare di persona» afferma la clientela. Simona Gioiello ha una merceria: «Abbiamo riaperto con tanto remore ma la gente è favorevole, c’è voglia di tornare fuori e comprare qualcosa per sè. E’ dura, le spese sono tante e non è facile. Già la condizione dei negozi era precaria prima. Confido che le persone abbiano voglia di tornare a fare acquisti nel quartiere». «La preoccupazione è per il futuro anche se ci vuole ottimismo – dice Giovanna De Vita di Non solo firme -. Aiuti? I 600 euro ma so che ci sono stati dei ritardi per molti. I primi mesi saranno difficili poi ci auguriamo di riprendere e ricominciare al meglio». Così Gianluigi Ricci del Numero 22: «La difficoltà più grande è dovuta alle decisioni assunte in modo tardivo a riguardo dei protocolli da seguire. Tra questi, ad esempio, l’utilizzo o meno dei guanti. Anche reperirli è un problema. Fortunatamente noi avevamo già pensato a delle scorte». Ricci si è organizzato anche per «vaporizzare il capo per dare un ulteriore sicurezza a chi lo richiede. Vengono sanificati i piani di lavoro, il poss, la cassa e i pavimenti. Le perdite? Sicuramente molte. Il problema per i commercianti è che le spese vive non sono state sospese e non è stato dato niente a fondo perduto se non due tranche, ancora da arrivare, da 600 euro. Peccato che in centro città un affitto, come minimo, parte da 1500 euro al mese». Lele Colombo ha un omonimo negozio di calzature: «La clientela non vedeva l’ora, c’era tanta attesa. La ripresa sarà graduale anche perché c’è la possibilità di entrare negli esercizi in modo contingentato. Le speranze sono però buone. Gli aiuti da parte del Governo hanno una procedura abbastanza lunga. Credo che la cosa che si possa pensare di fare al momento è un aiuto reciproco tra aziende. La chiusura, d’altronde, è stata lunga e le spese ci sono sempre state».

Marco Cito: