La speranza di poter ripartire ma anche il timore del virus. La fine del lockdown, dopo oltre due mesi di inattività, non ha fatto tornare il pieno sorriso agli operatori del benessere. Il viaggio de L’Azione nei negozi di estetiste e parrucchieri novaresi inizia sul binario di tante polemiche a fronte di ben poche certezze. Nel complesso anche il loro D-day, una sorta di primo giorno di scuola, è finalmente arrivato. Ma non per tutti, purtroppo. «Noi non siamo ancora pronte – chiarisce Laura Mossini, titolare di Estetica Laura in viale Giulio Cesare – perché il ‘via’ è stato dato troppo a ridosso della data di riapertura. Un ritardo che ne bissa un altro posto che stiamo aspettando l’arrivo degli ultimi dispositivi di sicurezza per poterla garantire appieno sia a noi che alla nostra clientela». Così si riaprirà il 25 maggio, con sette giorni di ritardo rispetto alla data fissata. «Non abbiamo avuto scelta per i motivi che ho appena detto. Nel frattempo abbiamo provveduto a sanificare e portare al massimo dell’igiene possibile sia gli ambienti che l’attrezzatura utilizzando prodotti idonei come stabilito dal protocollo». Come si riparte? «Con tanta voglia di tornare a lavorare. Sono ottimista, le chiamate per gli appuntamenti stanno arrivando numerose. Stiamo elencando il protocollo da seguire per entrare nel centro estetico, che noi rispettavamo già prima del virus, e studiato alcune formule riservando un 30% di sconto a operatori sanitari, medici e personale infermieristico e Oss». Ha invece aperto Anna Dossi, sempre in corso Vercelli, presso L’Armonia della bellezza. «Abbiamo ripreso con una sola certezza: dopo due mesi di stop zero incasso e tante spese cui dover far ancora fronte. I 600 euro stanziati dal governo? Sono arrivati, tardi ma sono arrivati. Adesso attendo quelli promessi dalla Regione. Ho timore per un lavoro come il mio che garantisce un servizio accessorio, spero non venga messo da parte». In centro città, presso Acconciature Gianni in via Canonica 2/C, gli fa eco Marzio Bovio. «Ho riaperto dopo un lungo tempo di fermo e tanto stress accumulato per direttive che non sono mai state chiare. Il via alla riapertura, giusto per fare un esempio recente, c’è stato confermato solo domenica sera scatenando una situazione ancor più grave sotto tutti i punti di vista. Già era complicato prima figurarsi ora. E’ diventato tutto stancante anche per le lungaggini nel prendere decisioni certe e uguali per tutti. Pur fortuna la clientela mi è vicina, non si è dimenticata di me e la ringrazio. Di sicuro sarà dura, durissima ritornare in breve tempo a pieno regime. Per un po’ ci si dovrà adattare, io per primo. Recuperare la perdita di incassi non sarà semplice così come dover lavorare seguendo canoni e regole decisamente impegnativi. Tocca rimboccarsi le maniche ma questo è il mio lavoro».